Dai templi classici alle architetture contemporanee più azzardate, fino ai meandri più nascosti del quartiere gay di Tokyo: andiamo a scoprire il Giappone, paese accogliente per il turismo LGBT.

(prima pubblicazione Pride giugno 2015)

Giappone fa perfetta rima con “contraddizione”, essendo un paese che riesce a tenere unite tradizioni millenarie e ultra-modernità facendole convivere nel quotidiano in assoluta armonia. Insieme all’Italia questa nazione ha sviluppato il più raffinato senso estetico possibile anche se, spesso essenziale al massimo a causa dell’influenza dello Zen, in direzione opposta alla nostra ma la sua cultura popolare, che spazia dal teatro kabuki ai moderni cartoni animati passando per i film di Godzilla, è una lezione di camp che al confronto anche il circo di Moira Orfei sembra una minimalista sfilata di Prada.

Un viaggio nel paese del Sol Levante, insomma, è un’esperienza che vi regalerà montagne russe di ricordi indimenticabili e che è possibile affrontare anche a budget ridotto. Basta fare attenzione a scegliere gli alberghi e considerare che con meno di dieci euro, evitando di mangiare costoso sushi da mattina a sera, potete degustare cibo incredibile da accompagnare con una delle più squisite birre del mondo o scoprendo le mille sfumature del sake da bere caldo o freddo.

Il periodo migliore dell’anno per visitare questo arcipelago, che però rappresenta anche la punta di maggiore afflusso turistico, è l’inizio del mese di aprile quando gli alberi di sakura sono al massimo della loro fioritura e sono uno spettacolo che lascia senza fiato.  Segue il mese di novembre quando i momiji, gli aceri giapponesi, si tingono di rosso infiammando le montagne, mentre è consigliabile evitare giugno perché investito dalla stagione delle piogge.

Se Tokyo e Kyoto sono le due tappe essenziali di un primo viaggio, che meritano rispettivamente una permanenza di circa una settimana la prima e di quattro giorni la seconda, in Giappone si può anche andare per sciare in inverno in Hokkaido a nord o a scoprire il mare tropicale delle isole Okinawa nell’estremo sud. Essenziali prima di partire sono una copertura assicurativa e l’acquisto del Japan Rail Pass, l’abbonamento alle rete delle ferrovie nazionali, che è venduto solo agli stranieri e solo all’estero e che permette di girare la nazione a piacimento anche sulla rete ad alta velocità shinkansen sulla quale viaggiano i cosiddetti “treni proiettile”.

Con i suoi più di 13 milioni di abitanti la capitale del Sol Levante è una estesissima megalopoli che conviene affrontare dividendola in visite di mezza giornata per ogni zona che interessa. Probabilmente è Asakusa con il tempio Senso-ji il miglior punto di partenza, anche perché attraversando il ponte sopra il fiume Sumida si raggiunge la sede centrale della Asahi Breweries costituito da un grattacielo (andate a bere una birra al 22° piano con vista panoramica) e dall’adiacente ristorante Flamme d’or disegnato da Philippe Starck, per cui basta girare lo sguardo per godere a piacimento della tradizione o della modernità. Stesso effetto lo vivrete a Harajuku dove trovate sia il santuario Meiji-jingu immerso in un meraviglioso parco che il quartiere dove nascono le tendenze di moda giovanile che invaderanno il pianeta. Imperdibili anche Shibuya (distretto comunale che ad aprile ha istituito il primo registro delle unioni civili per persone dello stesso sesso, valido solo per i suoi residenti ma che ha aperto una breccia politica storica), Ginza (che riluce al suo meglio di notte), Ueno con il suo parco, e il mercato del pesce di Tsukiji da visitare al mattino presto e dove è di rigore fare una seconda “prima colazione” a base di freschissimo sushi. Due i musei imprescindibili: il museo nazionale di Tokyo per la più grande collezione di arte giapponese del mondo, e l’Edo-Tokyo Museum che illustra la storia della città da quando era un villaggio di pescatori ai giorni nostri con diorami a grandezza naturale inseriti in un edificio che sembra una nave spaziale sollevata in aria.

Tokyo ha anche uno dei più importanti gay district del mondo, il quartiere di Shinjuku Ni-chome, che conta più di 300 locali gay nel giro di pochi isolati ma la cui capienza media è di 15 persone! Per farvi consigliare, dato che in alcuni di essi non vi faranno entrare giacché siete stranieri, è opportuno chiedere assistenza a una delle librerie-sex shop che si trovano in Naka-dori, l’arteria intorno a cui si trovano i palazzi al cui interno, in un qualsiasi piano, troverete i bar dietro anonime porte d’appartamento. Come gite di un giorno potete scegliere tra l’incredibile Nikko, Kamakura e una fugace visita al monte Fuji.

Kyoto, detta anche la Firenze d’Oriente, fu l’antica capitale per più di mille anni e, con più di 2000 tra templi buddisti e santuari shintoisti e giardini di grande bellezza, è in sostanza la depositaria della cultura tradizionale nipponica, nonché uno dei luoghi dove bisognerebbe andare almeno una volta nella vita. Le distanze tra gli edifici sacri sono considerevoli e quelli più belli si trovano sulle colline che circondano la città, quindi è molto utile servirsi dei taxi che hanno un costo decisamente abbordabile.

Tre i siti irrinunciabili: Nijo-jo, il castello residenza ufficiale di Tokugawa Yeyasu, primo shogun della dinastia che governò il Giappone fino al 1868; il Kinkaku-ji o padiglione d’oro reso celeberrimo dall’omonimo romanzo di Mishima; il tempio Kiyomizu-dera, uno dei finalisti per le sette meraviglie del mondo moderno. I più bei giardini zen di ghiaia sono nel complesso del Daitoku-ji mentre un gioiello nascosto è il Shoseien, un giardino classico a pochi isolati di distanza dal tempio Higashi Hongan-ji di cui è un distaccamento.

A Kyoto abbiamo incontrato e posto alcune domande alla signora Ikeuci Shiho, Director Overseas Marketing per Hotel Granvia Kyoto e Ambassador di IGLTA (l’associazione internazionale del turismo gay e lesbico), che negli scorsi anni è stata profondamente coinvolta nella promozione del Giappone come destinazione LGBT friendly. Alla sue dipendenze lavora il signor Tanaka Tadashi, che ci è stato presentato come una delle poche persone apertamente omosessuali nell’ambiente professionale nipponico alquanto conservatore.

Signora Ikeuci, lei è un’autentica straight ally, un’alleata eterosessuale, e un modello di ruolo internazionale sia per il business che per le politiche di diversità e inclusione in azienda. Cosa l’ha spinta a intraprendere questa strada?

Nel 2006 l’Hotel Granvia Kyoto divenne la prima azienda giapponese ad aderire a IGLTA ma non riuscimmo a raggiungere il mercato in modo forte. Quando nel 2013 partecipai a Chicago per la prima volta alla convention annuale dell’associazione, mi resi conto realmente della significativa crescita di questo settore. Per quanto riguarda l’aspetto business, mentre la maggior parte dei partecipanti promuovevano pacchetti viaggio costruiti su misura per questa nicchia di consumatori (ad esempio crociere gay, offerte speciali per i pride, sconti per coppie ecc.), gli alberghi giapponesi, inclusa la nostra struttura, non avevano nulla di specifico per il segmento.

Come appartenente al principale albergo friendly nipponico capii che dovevamo fare dei concreti passi in avanti immediatamente, dando avvio a una promozione aggressiva. A questo scopo tenni degli incontri di studio a tematica LGBT per i membri del nostro staff per formarli adeguatamente, e ho creato un pacchetto per una cerimonia matrimoniale same-sex in Giappone. Nel 2014 in occasione della fiera ITB a Berlino ho emesso un comunicato stampa al riguardo che ha letteralmente scosso il mondo: molte testate internazionali hanno riportato la notizia per cui i nostri giornali nazionali fecero la stessa cosa, e di seguito si accodarono notiziari televisivi e riviste di viaggio. Fu in quel momento preciso che la discussione sulla legalizzazione del matrimonio egualitario avvampò!

Adesso ci sono molti più hotel che hanno ufficialmente annunciato che possono accogliere celebrazioni di matrimonio omosessuale e il loro numero è in costante aumento. Rispetto a tre anni fa il cambiamento è davvero notevole. Credo sinceramente che i nostri sforzi hanno avuto un impatto sulla società giapponese e hanno di conseguenza innescato modifiche in altre aziende.

Come vede il Giappone come destinazione LGBT?

Il Giappone è una destinazione molto famosa ma non particolarmente popolare da un punto di vista LGBT, perché molti pensano che siamo una nazione ancora molto conservatrice, ma anche perché non è ancora stata promossa in tal senso come invece già accade per moltissimi altri paesi. A Tokyo il quartiere di Shinjuku Ni-chome è probabilmente conosciuto come il più grande gay district nipponico ma in realtà non è l’unico. In ogni caso quando visiterete il Giappone scoprirete moltissime zone romantiche e scenari che incanteranno chiunque, ma soprattutto resterete sorpresi dal fatto che i viaggiatori LGBT sono ben accolti nella maggior parte delle località.

Alla reception dell’albergo ho notato molte persone che avevano la spilla di IGLTA sul bavero della giacca, un messaggio sottile che indica che l’albergo è gay welcoming. È stato difficile far iniziare questa pratica e comunque non è rischiosa?

Credo che è importante mostrare apertamente che siamo orgogliosamente membri di IGLTA ai nostri ospiti. Tutto il nostro staff di portierato adesso indossa la spilla ed è stato il manager del team, un uomo eterosessuale, che in effetti lo scorso anno mi ha avvicinato suggerendomi l’idea. Nessun dipendente è obbligato a farlo ma ritengo che dopo numerosi incontri sul tema e con una più approfondita comprensione dei piani marketing dell’albergo verso il turismo LGBT, tutti loro abbiano voluto dare un contributo concreto. Abbiamo solo 12 spille, quindi per ora la cosa è limitata, ma se va tutto bene un maggiore numero di persone le indosserà quando ne avremo di più. Può sembrare solo un piccolo passo ma stiamo decisamente andando avanti.

In cosa consiste il pacchetto del matrimonio same-sex che ha creato e quali sono state le reazioni all’interno e all’estero?

I dettagli del nostro pacchetto sono on line. La cosa più difficile è stata farlo approvare dal consiglio di amministrazione che è composto da uomini tra i 50 e i 60 anni. Dopo aver spiegato a ognuno di loro personalmente le tendenze mondiali del turismo LGBT e il movimento globale verso la legalizzazione del matrimonio egualitario, hanno accettato di promuovere l’iniziativa. Non appena è stato acconsentito all’incontro dei manager dell’hotel, tutto è andato liscio internamente alla struttura.

Il Giappone è un paese che ha una storica tradizione di cultura omoerotica ma apparentemente attualmente l’omosessualità non è un argomento quotidiano. Come vede il futuro dei diritti LGBT nella sua nazione e in specifico nelle aziende? Quanto accaduto a Shibuya è una reale breccia nel muro o ci vorrebbe un terremoto per abbatterlo?

Il problema del Giappone è che la questione LGBT non è stata posta sul tavolo politico per lungo tempo e anche la stessa sigla non era di uso comune nella società. Comunque ci sono stati cambiamenti significativi negli ultimi anni: adesso ci sono molte organizzazioni no profit che appoggiano il matrimonio egualitario e conferenze e incontri di studio si stanno tenendo costantemente in tutto il paese. Anche i due principali partiti politici nipponici hanno membri che insieme hanno istituito un gruppo di lavoro per eliminare le discriminazioni nei confronti delle minoranze sessuali. Il numero di partecipanti al Tokyo Rainbow Pride di aprile di quest’anno ha superato quota 55.000 ed è un record nella storia della manifestazione. Il distretto di Shibuya ha fatto un passo da gigante e poche altre città hanno già iniziato dibattiti sui diritti LGBT. Infine, uno dei tre valori promossi per i prossimi giochi olimpici di Tokyo nel 2020 è “Accettarsi gli uni con gli altri – Unità nella diversità”.

I movimenti per ottenere i diritti LGBT stanno prendendo slancio e un piccolo ruscello diventerà un grande fiume, con il flusso che porterà verso un mondo migliore. Il Giappone finalmente ha le vele spiegate, e anche se ci potrebbero essere degli ostacoli davanti credo che il giorno in cui accetteremo completamente la diversità arriverà presto.

Tornando al viaggio, come gita di un giorno da Kyoto includete assolutamente Nara, prima capitale stabile del Giappone e che vanta otto siti dichiarati dall’UNESCO Patrimonio dell’umanità e se possibile, dato che si trova a metà strada del percorso in treno, il santuario di Fushimi Inari-taisha conosciuto per le sue migliaia di torii arancioni, il tradizionale portale d’accesso a una zona sacra shintoista, che formano un magico cammino all’interno della montagna su cui si sviluppa il tempio.

Da Kyoto od Osaka potete raggiungere in treno Himeji, sede del castello più bello della nazione, conosciuto anche con il nome di hakurojo o shirasagijo ovvero “airone bianco” a causa del suo aspetto esteriore di un colore bianco brillante. Altre tappe che potete prendere in considerazione scendendo verso Sud sono Hiroshima, dove la visita al museo della bomba atomica è particolarmente intensa, e la vicina Miyajima, definita l’isola in cui convivono uomini e dei, famosa per il grande portale rosso che si erge dal mare.

Se riuscite, infine, a incastrare un momento di riposo in un onsen, una stazione termale, magari nella zona di Hakone alloggiando in un ryokan, un albergo tradizionale dove dormirete a terra nei futon stesi sui tatami, potrete dire di avere sperimentato la quintessenza di quello che il Giappone può offrire, con la certezza che ogni nuova visita che avrete la fortuna di fare avrà in serbo per voi altrettanti incanti indescrivibili a parole.

Si ringrazia www.outasiatravel.com per la collaborazione