A due anni di distanza da Behind the Curtain Osvaldo Supino pubblica Resolution: “Se hai un sogno lo devi perseguire, ci devi provare. Se poi va male… pazienza. Riprendi e riparti”.

(prima pubblicazione Pride maggio 2017)

 

“Se l’anno prossimo non potrò andare più a Miami e mi ritroverò invece al ristorante cinese in via Paolo Sarpi a esibirmi con il karaoke, so che questa è la mia unica certezza: io canterò”. Questo è lo spirito con cui Osvaldo Supino ha presentato il suo nuovo album, Resolution. Il biglietto da visita è presto mostrato: un sound maturato e curato con importanti nomi della musica internazionale e che annovera, tra le firme dei pezzi, autori come Tempo Stokes (produttore di Jennifer Lopez), Glenn Travis (autore di Chris Brown) e Trey Vittetoe (produttore di Selena Gomez e Miley Cyrus).

“È un disco che racconta ciò che stiamo vivendo, ciò che percepisco quotidianamente. Non ho cercato il cambiamento, poiché le mie canzoni hanno sempre rappresentato ciò che sono”. Brani legati tra loro da un filo conduttore: la determinazione.

Siamo concordi con il cantante nell’affermare che se vi è un comune denominatore condivisibile in questi anni, è che ci stiamo abituando ad avere paura di viaggiare, di prendere aerei, treni, di spostarci anche con la metropolitana. “Ma l’episodio che ho sentito maggiormente, forse perché più vicino alla mia realtà – poiché io, come tanti di quei ragazzi, frequento spesso le discoteche, anche se lo faccio per lavoro e non solo per divertimento – è stato quello di Orlando”. Da quel momento la parola “risoluzione” ha continuato a martellare caparbiamente in testa a Osvaldo: “Resolution è una parola che racchiude in sè propositività”, spiega Osvaldo, “rappresenta una situazione complessa, che esiste realmente e necessita confronto, lavoro, impegno, che inevitabilmente tende a un’evoluzione verso un miglioramento”.

I fatti accaduti a Orlando hanno ispirato massicciamente i sentimenti espressi in questo terzo album, che porta in sé al contempo rabbia e speranza, stati d’animo che hanno giocato un ruolo preponderante nella profondità dei testi. Nel disco si coglie di fatto una volontà nel porre maggiore attenzione alla parola, tanto nelle canzoni più riflessive, quanto in quelle più “frivole” come ad esempio Fire (che sarà probabilmente il secondo singolo dopo Nothing is the Same, è prodotto da Daniel Volpe e Charlie Mason, coautore di Rise like a Phoenix, portata al successo da Conchita Wurst) e I didn’t Mistake. Queste ultime parlano di sensi, di “chimica” degli amplessi. Inutile fingere sul contenuto… “tutti lo viviamo”, ammette Supino.

Altrettanto esplicita è Marvin’s Room, una cover di Drake, che ha girato in testa al cantante per molto tempo, fino allo sfinimento. Osvaldo ne ha ripensato e riscritto in parte il testo facendolo proprio e rendendolo definitivamente gay (“Fuck the new boy, that’s been in your bed, and when you’re in him, I know I’m in your head”) , perché “capita di invaghirsi di persone che non ti filano, ma capisci dai loro sguardi che forse qualcosa potrebbe anche starci…”

Tra gli autori o meglio, addetti ai lavori, famosi, in questo album appare anche Tempo Stokes, con cui Supino ha co-firmato il brano di apertura Till The Wheels Fall Off, mentre per un brano importante e toccante come Back Home, che parla del ristabilito rapporto con la sorella dopo vent’anni di distanza, ha “scomodato” la Nashville Symphony Orchestra.

Un’ulteriore novità è il percorso in lingua spagnola, iniziato con il primo singolo Y me faltas tú, proposto sull’album assieme a Fuego e Amate, quest’ultima presente in italiano con il titolo Amati: “Cantare in inglese non è un atto di snobismo, ma semplicemente perché non avevo trovato qualcosa in italiano che mi rappresentasse, fino a questa canzone”.

Amati, scritto da un giovane autore calabrese, Andrea Villella, è un commovente invito ad amare sé stessi. Una canzone che tocca nell’intimo. Ad aggiungere la ciliegina sulla torta è stata la produzione di Mattia Cupelli, genietto (diminutivo solo perché è giovane) dell’elettronica, che compone soprattutto colonne sonore e musica ambient.

“Tutti abbiamo una chiave per risolverci: un amore, una persona, un sogno. La mia è da sempre la musica, che mi ha guidato nelle scelte, a capirmi, a scoprirmi di più, a sentire e creare emozioni”.

Che piaccia o no la sua musica, da una prospettiva “militante”, Osvaldo Supino ci ha messo la faccia, perché a un certo punto della propria vita ha deciso di essere “out” a tutto tondo (prima di star molto più blasonate di lui). Ha fatto i bagagli ed è andato in giro, rischiando, beccandosi talvolta delle porte in faccia, ma fortunatamente ha visto anche tante porte che inaspettatamente si sono aperte: “Se hai un sogno lo devi perseguire, ci devi provare. Se poi va male.. pazienza. Riprendi e riparti”.