Matilde di Canossa, una delle donne più potenti della storia, rivive nell’ironico docufilm camp diretto da Marco Melluso e Diego Schiavo La signora Matilde – Gossip dal Medioevo.

(prima pubblicazione Pride novembre 2017)

 

Chi di noi non è andato, figurativamente, a Canossa almeno una volta nella propria vita, magari per cercare di recuperare il cuore di qualche fidanzato tradito o semplicemente le attenzioni di un amante a cui proprio non si vuol rinunciare? Forse non tutti sanno che la Grancontessa Matilde di Canossa, non solo fu una delle donne più potenti dei suoi tempi (e per chi ha problemi con la storia nacque nel 1046 e morì nel 1115) ma, vista con gli occhi della contemporaneità, fu decisamente una vera e propria icona gay del Medioevo.

Vissuta in un periodo di continue battaglie, di intrighi e scomuniche e in cui le donne erano considerate di rango inferiore, seppe dimostrare una forza e una intelligenza fuori dal comune, che unite a un’inusitata attitudine al comando le permisero di regnare su un dominio vastissimo e a confrontarsi alla pari con Papato e Impero, le due autorità in continua lotta senza esclusione di colpi fra loro per il potere. Le numerose e incredibili tracce della sua eredità culturale sono ancora fortemente presenti oggi ma in effetti, a meno che non si sia decisamente appassionati di quel periodo, è giustificabile che non ci si renda più conto dei molti suoi exploit.

Per supplire a queste lacune e rendere omaggio in maniera veramente camp alla figura di Matilde, Marco Melluso e Diego Schiavo, in questo lavoro come co-registi ma coppia anche nella vita, hanno realizzato il docufilm La signora Matilde – Gossip dal Medioevo, in cui Syusy Blady interpreta una seria esperta di marketing che fondendo passato e presente, realtà e pettegolezzo, tiene una lezione di storia capace di coinvolgere il grande pubblico, anche quello più giovane.

Ecco quello che ci hanno raccontato.

Raccontate Matilde di Canossa come la creazione di un brand di se stessi. Viene da dire che se fosse vissuta ai nostri tempi la sua personalità probabilmente avrebbe messo in ombra persino Madonna, sia come imprenditrice che come immagine di cultura pop. Cosa vi ha spinto a riportarla in auge?
Matilde è un personaggio monumentale, che vive e opera in un’epoca di snodo per la storia dei mille anni a venire. Tuttavia è poco conosciuta, al massimo se ne conosce il nome, ma il più delle volte la si pensa come roba da museo. Noi invece la immaginiamo come un’icona pop e un po’ camp dell’anno mille. Per farne capire l’importanza, ma anche la modernità e l’attualità, abbiamo premuto l’acceleratore sugli aspetti di marketing e sulle contemporanee dinamiche social. Perché Matilde inventò mode, lanciò prodotti sul mercato, sfidò le “multinazionali” dell’epoca. Molti prodotti di cui tanto ci vantiamo col Made in Italy sono qui da quasi mille anni e sono legati a lei: parmigiano reggiano, aceto balsamico, salumi solo per fare alcuni esempi. Inoltre, accanto alla ricostruzione storica rigorosa ci interessava dare spazio a un lato più frivolo e leggero fatto di leggende, gossip e aneddoti. Del resto certi personaggi sono maggiormente discussi più da morti che da vivi.

Come mai avete pensato di proporre un taglio narrativo notevolmente sopra le righe?
“Raccontare la storia non è mai stato così divertente” è lo slogan che abbiamo scelto per la promozione e riassume bene le finalità dell’operazione. Il passato lo conoscono gli studiosi o gli esperti ma affascina un po’ tutti. La sfida è trovare il modo per avvicinare un pubblico ampio, raccontare senza annoiare, anzi incuriosendo e magari anche facendo sorridere. Il nostro in fin dei conti è un esperimento di divulgazione, un modo più democratico di narrare con ironia e freschezza la storia e i suoi protagonisti.

In estrema sintesi quali sono secondo voi i risultati più sbalorditivi che Matilde ci ha lasciato tuttora?
La grossa capacità di una donna di volercela fare a tutti i costi, nonostante i potenti della sua epoca cercassero di schiacciarla o manovrarla, e di esserci riuscita.

Quali difficoltà avete incontrato nel realizzare il progetto, e il fatto di essere una coppia è stato di aiuto od ogni tanto magari un ostacolo?
Ci sono state diverse difficoltà che hanno funzionato da stimolo ad andare avanti e cercare il modo più creativo e divertente per risolverle. Innanzitutto, in fase di scrittura, l’immensa mole di dati e date della vita di Matilde e il modo serio, diciamo noioso, in cui la storia medievale è sempre raccontata. Poi i tanti luoghi in cui abbiamo girato, che sono certamente una ricchezza della “docummedia” ma che ci hanno un po’ provato fisicamente, visti i tempi stretti per girare e non avendo budget hollywoodiani per farlo. In tutto questo essere in due, una coppia, in un set che era molto arcobaleno e decisamente friendly è stato fondamentale. Siamo riusciti a portarci dietro la complicità, l’affiatamento, l’intesa, l’entusiasmo che ancora viviamo dopo 10 anni di relazione e a trasmetterlo agli altri. Questo ci ha consentito di moltiplicare le energie e dividere alla fine la fatica. Dove non ce la fa uno di noi, arriva l’altro!