“Malika Ayane è una donna molto libera”. “Platinette è contraria alle unioni civili? È chiaro, vuole candidarsi con il centrodestra”. Le conversazioni nel giardino dell’Hotel de Russie si condiscono di pettegolezzi. Tutti i presenti – VIP e non – devono far capire di conoscere bene i personaggi di cui si parla, che se ne avrebbero di cose da raccontare su di loro… Non conoscere significa non contare, in questa serata organizzata in uno dei più esclusivi hotel di Roma – Lionel Richie cena nella sala qui accanto – dall’ente del turismo di Vienna, per proporre la capitale austriaca come meta gay d’eccellenza. Un evento col quale gli organizzatori, che si sono affidati alla brillantezza tutta gay dell’agenzia IMWT, hanno voluto colpire i giornalisti e gli operatori turistici presenti: il messaggio è “Vienna metà gay sì, ma per i gay che si vogliono sentire importanti ed eleganti, membri di una élite dai gusti raffinati”.
Ed ecco quindi che a fare compagnia durante la cena – tutta a base di pesce, ça va sans dire, per la disperazione di due o tre commensali che ov-via-men-te al pesce sono as-so-lu-ta-men-te allergici – alcuni dei VIP più incisivi per una platea gay. A partire dal mattatore della tavolata, un Fabio Canino in splendida forma che ha saputo alternare frecciatine verso questo o quel collega a descrizioni delle remote isole dell’Egeo in cui “per caso” gli era capitato di incontrare alcuni dei commensali (per certa gente incontrarsi in posti sperduti deve essere come per altri beccare la vicina alla fermata dell’autobus…).
Fabio sarebbe stato meritatamente incoronato re assoluto della serata, accolto dall’ammirazione di molti dei presenti se non avesse fatto la sua apparizione – rigorosamente in ritardo per poi andarsene per prima – quella che è ormai la vera “Madonna” della comunità lgbt, l’unica, secondo le stesse parole di Canino, il cui cognome sia diventato un verbo, oltre che una legge: Santa Monica Cirinnà dei Nostri Diritti. Splendidamente elegante nel suo completino celeste, ha ricevuto con la leggerezza e la simpatia di una persona di stile i ringraziamenti ammirati di froce e lelle presenti, tutti e tutte dichiaratamente pronti e pronte a “cirinnarsi” allo scoccare del decreto attuativo. Accanto a lei, la presenza che ormai incarna un simbolo della gayità in politica, quella di Sergio Lo Giudice che non ha aspettato alcuna Santa Monica per coniugarsi legalmente – ahinoi, all’estero – con suo marito prima di accogliere nella coppia anche il loro pargolo.
In questo sfolgorio di personaggi da esibire, che fine ha fatto la nostra Vienna? Agli invitati è stato imposto il piccolo fastidio – quasi che l’argomento non fosse il motivo dell’invito – di accomodarsi venti minuti in sala dopo l’aperitivo e prima della cena, ad ascoltare Ingrid e Isabella, le due non brillantissime ma amabili addette dell’ufficio del turismo austriache per una breve presentazione. Curiosamente, al centro dei discorsi non c’erano i motivi per cui la comunità gay e quella lesbica – secondo indicazioni e priorità ben diverse, a detta delle stesse asburgiche – dovrebbero scegliere la vacanza viennese per il prossimo anno. No, all’ente del turismo viennese preme soprattutto stupire i presenti con le iniziative messe in campo per promuovere la propria città. E così ecco il video con Conchita Wurst che spiega quanto sia bello bere una birra nel suo locale preferito (www.youtu.be/9Rf67eqgQfk), o le foto dello spazio espositivo su “Vienna gay” allestito al Pride Village di Tokyo. Prima di accomodarsi a tavola, giusto il tempo di ricordare che il prossimo gennaio si terrà il Ballo dell’Arcobaleno (www.hosiwien.at/regenbogenball), una sorta di versione gay dell’evento per debuttanti in cui lanciarsi in tradizionalissimi valzer indossando abiti da sera in grande stile, e che dopo un anno di pausa a giugno 2017 tornerà finalmente il Life Ball (www.lifeball.org), uno dei più grandi eventi di raccolta fondi per la lotta contro l’AIDS al mondo. Questo è quanto. Tanto il messaggio è chiaro: Vienna è la città ideale per gay e lesbiche preferibilmente in coppia che adorano varcare le soglie che hanno visto avanzare la principessa Sissi o che si beano a sentire un concerto nelle sale in cui suonò Vivaldi in persona. Musica, arte e in definitiva la bellezza sono le attrattive che portano turisti con gusti alti a visitare la città dell’hotel Sacher. E se vi state chiedendo cosa ci sia di specifico dedicato a quanti di quei turisti abbiano orientamenti non eterosessuali, l’unica precisazione fatta in proposito dalle volenterose Ingrid e Isabella è stata che l’Austria è stato il primo paese ad abolire la pena di morte per sodomia. Vivaddio.