Per la prima volta in dvd (Sinister Film), uno dei capisaldi del cinema a tematica gay: I turbamenti del giovane Törless, diretto nel 1965 da Volker Schlöndorff. Tratto dall’omonimo romanzo di Robert Musil del 1906, il film è ambientato all’inizio del Novecento nell’Impero austro-ungarico. Il sedicenne Törless (Mathieu Carrière) entra in un collegio militare. Qui diventa amico dei violenti Reiting e Beineberg, i quali ricattano un altro allievo, l’inetto Basini che è costretto ad acconsentire a tutto ciò che gli viene ordinato. In una serie di incontri notturni in un solaio, Basini viene umiliato e frustato dai due, sotto lo sguardo di Törless, il quale prova sì ripulsa ma anche goduria nel vedere trattato in quel modo Basini, verso il quale prova un crescente desiderio fisico. In seguito, Reiting e poi Beineberg iniziano a sfruttare sessualmente il ragazzo mentre Törless si accontenta di farsi raccontare da quest’ultimo quelle esperienze. La situazione degenera finché in collegio vengono presi provvedimenti. Se Basini tace per paura, Törless rivela che non è intervenuto perché interessato a scandagliare la personalità del compagno, arrivando alla conclusione che dopotutto il Bene e il Male non sono poi tanto lontani. Törless, disgustato e annoiato, è espulso assieme a Basini.
Come il romanzo, il film è incentrato più sulle dinamiche del potere e della sopraffazione di un individuo che sull’omosessualità (ma ciò nonostante il romanzo è indubbiamente uno dei più straordinari mai scritti su di essa). Il sesso è dunque soprattutto un mezzo di espressione di potere: un gioco morboso tra aguzzino e vittima, legati da un rapporto di complicità. In quest’ottica, Schlöndorff ha minimizzato alcuni aspetti omoerotici, in particolare l’attrazione verso Basini di Törless, nel libro visibilmente eccitato e preda di sogni erotici nei quali immagina di possedere il ragazzo, che forse ama.
Molto è rimasto del personaggio di Musil, sensibile e riflessivo, ma la sua inquietudine sessuale è meno appariscente così come il fascino del corpo di Basini non viene fuori come nel romanzo. Ma anche nel film l’omosessualità vive di momenti forti, cosa tipica peraltro dei film collegiali, qui colorati da tratti sadomaso del tutto nuovi. Nello stesso tempo, il collegio è un luogo astratto e claustrofobico che appare una metafora di un impero che sta per disgregarsi nonché l’anticipazione della prima guerra mondiale e del nazismo (i cui principi sono riconoscibili nei discorsi razzisti di Reiting e Beineberg).