Diretto da Peter Sollett e sceneggiato da Ron Nyswaner (quello di Philadelphia), Freeheld – Amore giustizia uguaglianza si rifà, caso raro nel cinema, al documentario omonimo di Cynthia Wade, che nel 2008 vinse l’Oscar per la sua categoria.

È ispirato a una storia vera, accaduta in New Jersey nel 2005. Laurel Hester (Julianne Moore) è un tenente pluridecorato di polizia, specializzata nel lottare contro il traffico di droga assieme al collega Dane Wells (Michael Shannon). Laurel sta con Stacie Andree (Ellen Page, che l’anno scorso ha fatto coming out), una meccanica di 18 anni più giovane, in un rapporto di grande amore ma anche contrastato, visto che Stacie, al contrario di lei, vorrebbe rendere pubblica la loro relazione. Quando le viene diagnosticato un cancro ai polmoni, con soli sei mesi di vita, il suo desiderio più grande è di far sì che la pensione vada alla sua compagna. La cosa è però inconcepibile per una coppia di quel tipo e perciò intraprende una battaglia legale; i cinque funzionari della Contea di Ocean non le riconoscono però questo diritto che, a loro dire, potrebbe “minare la santità del matrimonio”. A sostenere Laurel si schierano Dane, l’attivista per i diritti civili Steven Goldstein (Steve Carell), che organizza proteste durante tutta la vicenda, numerosi agenti di polizia, tra cui Todd Belkin (Luke Grimes), che ne approfitta per fare coming out .

Il film, romantico e commovente, dà un aspetto epico ed emozionante alla vicenda. Gioca su due piani, che si intrecciano in continuazione: da un lato la battaglia di Laurel, dall’altro la sua storia con Stacie, messa in crisi da quel momento difficilissimo per entrambe, anche per pressioni esterne.

Così, dando comunque il giusto spazio all’amore e al coraggio della coppia, mette la lente d’ingrandimento su quello che è stato un passaggio fondamentale per la parità dei diritti negli Usa, che ha aperto la strada verso i matrimoni omosessuali.
La parola “freeheld” ha un significato complesso che da un lato fa riferimento al nome dei funzionari del New Jersey, detti freeholders, dall’altro alla storia delle due protagoniste: originariamente, in epoca coloniale, il termine si riferiva a coloro che potevano disporre liberamente di proprietà immobiliari, ma la parola era anche applicabile alla libertà e al diritto delle scelte personali in amore. Bravissimo tutto lo staff di attori, in primis Julianne Moore, sempre sensibile ai diritti gay. La canzone di chiusura, scritta da Linda Perry, è cantata da Miley Cyrus.