È sconfortante verificare quanto fossero prive di fondamento le previsioni ottimistiche che auspicavano un rinnovamento anche dei contenuti editoriali della Sergio Bonelli Editore, dopo la scomparsa del suo patron nel 2011 e l’arrivo del figlio Davide al vertice. Le novità non sono mancate ma si sono limitate all’ambito della promozione e del merchandising. Le storie hanno mantenuto in gran parte il tono conformista e vagamente puritano che ha sempre caratterizzato l’editore di Tex e Dylan Dog nella rappresentazione del sesso e dell’omosessualità. Se escludiamo i rari comprimari gay e lesbiche edificanti delineati da Giancarlo Berardi nel suo Julia, per il resto ci troviamo di fronte a storie piene di cliché sui froci irritanti e talvolta offensivi, oltre che alla manifesta impossibilità degli autori di mostrare il corpo nudo maschile se non in situazioni dove il maschio svestito è soggiogato (anche se i nudi integrali sono vietati per tutti), a differenza della totale proliferazione di donnine più o meno ammiccanti. Succede così anche nel n. 10 della nuova miniserie bonelliana urban-fantasy Lukas (“Alias”, di Michele Medda e Luca Casalanguida, 98 pp. in b/n, 3,30 euro), uscito a gennaio in edicola ma sempre recuperabile in fumetteria e dal sito dell’editore.

Lukas è un “ridestato”, un non-morto smemorato che rinnega la sua genìa affamata di carne umana e combatte i mostri mandatigli contro dalla spietata leader dei Ridestati, Wilda. Lukas ha anche una compagna copywriter in un’agenzia pubblicitaria, Bianca, con due figli adolescenti. Ecco: tra i colleghi di Bianca si distingue Omar, uno dei personaggi gay più petulanti e stereotipati mai visti negli ultimi anni sulle pagine di un fumetto, a maggior ragione in quanto chiaramente introdotto per sdrammatizzare il tono dark della serie. Peccato che l’umorismo gaio di Medda sia così loffio e sgonfio da non poter trovare alloggio neppure in uno dei tascabili porno che impazzavano nel nostro paese negli anni Settanta. Come se non bastasse, il nemico del mese è un serial killer gay represso che uccide marchettari gay, non prima di averli torturati appendendoli nudi e legati. In questo numero compare inoltre un nuovo scherano di Wilda, Jamie, incaricato di uccidere Lukas. Come si guadagna da vivere Jamie? In guisa femminile, in un locale per travestiti!

Se mettiamo pure nel mucchio la totale implausibilità dei locali gay disegnati da Casalanguida (sembra che i riferimenti visivi siano fermi agli anni Settanta e ai film americani tipo Cruising) e il fatto che i termini “gay” e “omosessuale”non vengano mai pronunciati, ci accorgiamo di quanto sia evidente il problema omofobia tra le pagine di questi fumetti. Proveremo a scoprirne i motivi in uno dei prossimi numeri di Pride.