L’inverno a teatro riserva momenti di divertimento e spunti su cui riflettere: due filoni entrambi presenti negli spettacoli a tematica lgbt che questa stagione ci sta offrendo. In un periodo in cui i diritti civili sono motivo di scontro politico e speranza per il futuro, è bene non dimenticarsi del recente passato e di quanti sono stati vittime delle forze reazionarie e dei poteri asserviti alle gerarchie religiose.

Aldo Braibanti (1922-2014) ne è un esempio. Ex partigiano, poeta e scrittore, comunista e omosessuale, fu processato dal 1964 al ’68 con l’assurda accusa di plagio. Una famiglia ultracattolica e legata alla destra eversiva non poteva infatti accettare la relazione tra Giovanni, il figlio ventitreenne, e Aldo, tanto da incolparlo di averne soggiogato la mente, riuscendo a farlo condannare a nove anni di carcere (poi ridotti a sei in appello).
A riportare alla luce questa emblematica vicenda è Massimiliano Palmese, autore di Il caso Braibanti, messo in scena da Giuseppe Marini e interpretato da Fabio Bussotti e Mauro Conte, in cartellone al teatro dei Conciatori di Roma dal 13 al 25 gennaio. Manuel Renga è un giovane e prolifico regista di cui abbiamo già parlato in occasione di Portami in un posto carino di Tobia Rossi, dove Carlo e Christian si conoscono tramite una chat gay: il primo s’innamora all’istante ma il secondo, che non ha ancora accettato la propria omosessualità e si è fidanzato con Giada, la migliore amica di Carlo, oppone resistenza, nonostante la palese attrazione. Le cose si complicano quando Christian si ritrova coinvolto in un delitto a sfondo omofobo e dovrà chiarire molte cose, in primis con se stesso. La pièce si replica al teatro Ringhiera di Milano dal 5 all’8 febbraio.

Nella stessa sala, dal 12 al 15/2, Renga firma la regia di Per una donna, testo di Letizia Russo, che racconta la storia di una passione inaspettata che investe la vita di una quarantenne (Sandra Zoccolan) nel momento in cui, abbandonando la rassicurante routine matrimoniale, cede al desiderio e alla pulsione amorosa verso un’altra donna. Dello stesso regista, dopo Brescia e Milano, è in definizione la tournée di La mia massa muscolare magra, un serrato monologo nel quale Dario (Daniele Pitari) cerca di porre un freno alla sua dipendenza erotica partecipando alle sedute di un gruppo di auto-aiuto. Il giovanotto non resiste alle tentazioni dispensate da Grindr e si consuma in compulsivi, veloci amplessi che lo lasciano sempre insoddisfatto, finchè un giorno in discoteca incontra Luca…

A portare una ventata di allegria provvede Alessandro Fullin con il suo Piccole gonne, irriverente rivisitazione del celebre Piccole donne di Mary Alcott in cui si riserva il ruolo en travesti di Mrs March, madre terribilmente apprensiva che si propone di sistemare le quattro figlie con matrimoni all’altezza delle sue aspettative: cast tutto al maschile con l’eccezione di Tiziana Catalano, al teatro Martinitt di Milano dal 19/2 all’8/3.

Non sono molti i testi che trattano del cambio di sesso: Vittorio Moroni ne ha scritto uno, ispirandosi a una vicenda vera, davvero eccellente, Il grande mago (Premio Riccione 2011). Andrea sta per diventare padre ma è consapevole di voler diventare donna. Con grande sofferenza decide di intraprendere il difficile viaggio al fine di sentirsi un autentico essere umano e non una maschera: è consapevole che alla fine del cammino potrebbe trovarsi solo dopo l’abbandono della compagna Anna, tuttavia si tuffa in un percorso che dura anni. Dopo l’operazione arriva puntuale il licenziamento ed è inevitabile il confronto con il suo bambino, comprensibilmente confuso, con la madre che lo accoglie e il fratello che lo rifiuta. Diretto da Giuseppe Marini, Luca De Bei è interprete straordinario per sensibilità e misura in un assolo da non perdere al Franco Parenti di Milano dal 10 al 22/3. Darling è l’ultimo lavoro della ditta ricci/forte che ha debuttato al Romaeuropa Festival.

Dalle suggestioni dell’Orestea di Eschilo ci traghettano al teatro della crudeltà di Artaud, oltre che a Edward Hopper e ai Led Zeppelin, sempre con l’intento di parlare della nostra realtà, della crisi che stiamo attraversando e del bisogno di etica di cui teorizzava Hannah Arendt: al teatro Astra di Vicenza il 6/2 e al Kismet di Bari il 21 e 22/2. Torna in scena (al teatro India di Roma dal 12 al 14 maggio) anche l’altra recente loro creazione, Still Life, presentata lo scorso anno a Garofano Verde, il cui tema è il bullismo omofobo del quale è stato vittima l’adolescente romano che si è tolto la vita. Con la pièce l’ensemble ricci/forte intende dare un contributo per combattere la discriminazione e il mobbing psicologico che conduce all’autoannientamento.