“Io lo so bene quanto sia importante usare il preservativo. Ma detesto la sensazione che mi dà e quindi a volte non lo uso. Però l’Hiv proprio non vorrei prenderlo”. Le parole di Nathan spiegano bene perché abbia deciso di partecipare allo studio sulla PrEP in corso in Francia (e forse presto anche in Italia) che si chiama IPERGAY.

Nathan ha 26 anni, è uno informato, frequenta le associazioni, ha lavorato come escort e sa anche farsi le domande giuste. Ed è perciò la persona più indicata per soddisfare tutte le nostre curiosità sulla PrEP.

Ci spieghi in cosa consiste questa strategia?
La PrEP in generale prevede che una persona sieronegativa ad alto rischio di infettarsi con l’Hiv prenda dei farmaci per prevenire questa infezione. Negli USA è già possibile prendere una pillola di Truvada al giorno, se il medico te lo prescrive. E sembra che la cosa funzioni. Ma l’IPERGAY è un po’ diverso.

Sì, alcuni lettori di Pride forse avranno letto l’articolo pubblicato a settembre in cui parlavamo della PrEP e anche dell’IPERGAY (vedi Pride n. 179), ma spiegaci meglio come funziona.
L’idea è quella di vedere se la PrEP funziona anche se la prendi solo nei giorni in cui fai sesso. Lo schema può sembrare un po’ complesso: devi prendere due pasticche il giorno prima del primo rapporto sessuale, una pasticca al giorno finché fai sesso e finire con una pasticca 24 ore dopo ancora. Ci sono delle figure che ci hanno mostrato con vari esempi per farci capire come fare.

Hai trovato difficile seguire questo schema?
Lo schema è abbastanza semplice e ogni tanto, al momento delle visite mediche, ne puoi discutere con i ricercatori per capire come facilitare l’assunzione delle medicine.
All’inizio, per esempio. mi dicevo: “Ma come faccio a prendere due pillole prima del sesso se non so quando lo farò?”.
In realtà è molto più semplice del previsto: in genere sai almeno con qualche ora di anticipo quando andrai a divertirti in un locale o quando decidi di incontrare qualcuno. E le prime due pillole le puoi prendere da 24 a 2 ore prima di fare sesso, quindi anche se fissi un appuntamento improvvisamente almeno un paio d’ore per prepararti ce le hai. Invece ho scoperto di avere qualche difficoltà a prendere le medicine l’ultima volta, 48 ore dopo che hai fatto sesso: spesso le dimentico o le prendo troppo tardi.

Come hai deciso di aderire allo studio IPERGAY?
Prima di entrare nello studio prendevo già la PrEP per conto mio, cioè senza essere seguito e consigliato dai medici.
Io ho fatto e faccio ancora sesso prendendo dei rischi, cioè non uso sempre il preservativo perché mi disturba la sensazione che mi dà, quindi la PrEP e lo studio IPERGAY erano perfetti per me.

Non a tutti i partecipanti allo studio IPERGAY, però, veniva dato il Truvada, vero?
Inizialmente non sapevo se stavo prendendo il Truvada o un placebo. E non lo sapeva nemmeno il mio medico.
Lo studio era disegnato così: a un gruppo davano la PrEP all’altro una pillola identica al Truvada ma senza nessun principio attivo. Però da qualche settimana non è più così. È successo tutto a ottobre.
Prima c’è stata la novità dell’altro studio, il PROUD in corso a Londra, anche quello per maschi gay ad alto rischio divisi in due gruppi: a un gruppo veniva offerta subito la possibilità di iniziare a prendere una pillola di Truvada al giorno, all’altro questa offerta veniva “rinviata” di un anno.
Ma a ottobre i ricercatori hanno visto che nel gruppo che prendeva la PrEP il numero di nuove infezioni da Hiv era talmente più basso rispetto al gruppo “in attesa” che non era etico lasciare il secondo gruppo senza PrEP: così hanno deciso che a tutti i partecipanti sarà ora offerto la possibilità di iniziare ubito la PrEP.

E questo ha condizionato anche lo studio IPERGAY?
Certo. Se l’efficacia della PrEP è così alta, i ricercatori dell’IPERGAY si sono chiesti se fosse giusto dare un placebo a delle persone che invece vorrebbero un farmaco capace di evitare l’infezione. Hanno esaminato i dati e hanno deciso che no, non sarebbe etico. E così hanno chiuso il braccio placebo: cioè adesso tutti i partecipanti possono prendere la PrEP.

Quindi ricapitoliamo: da alcuni mesi tu prendi il Truvada nei periodi in cui fai sesso per evitare di beccarti l’Hiv. Come ti trovi?
Benissimo. Sono sempre stato piuttosto preoccupato dall’idea di avere l’Hiv. Lo so, ho tanti amici che convivono con l’infezione e stanno bene, non hanno problemi. Però conosco anche persone che se la sono vista brutta, magari perché l’hanno scoperto tardi o avevano problemi a prendere i farmaci. Insomma, io preferirei evitare di prenderlo. Però come ti dicevo, non uso sempre il preservativo.

Com’è cambiata la tua vita sessuale adesso? Usi il preservativo più o meno di prima?
Non è che da quando sono entrato nello studio io corra più rischi di prima, anzi. Sono più consapevole e razionalizzo le situazioni in cui corro dei rischi parlandone con i miei partner, chiedendo loro del loro stato sierologico, di quanti rischi abbiano corso, dell’ultima volta che hanno fatto il test.
Mi servo della PrEP come una specie di rete di sicurezza quando faccio sesso senza preservativo, perché comunque mi capita ancora spesso di usarlo.

C’è stato qualche altro cambiamento nella tua vita sessuale? Ad esempio, fai sesso più frequentemente adesso oppure fai pratiche che prima non facevi?
Direi di no. Se c’è stato un cambiamento nella mia vita sessuale è di tipo interiore.
Mi sento più tranquillo, l’ansia di contrarre l’Hiv non è più così presente. Lo studio IPERGAY serve anche per comprendere l’efficacia del counselling e degli interventi informativi presso i gay e di mostrare l’efficacia di questi sull’autostima dei partecipanti e sulla loro capacità di vivere la sessualità più serenamente.

Alcuni hanno paura che i farmaci possano dare degli effetti collaterali. Qual è la tua esperienza in proposito?
Non ho avuto grossi problemi con la PrEP. Solo quando prendo le pillole senza mangiare ho un po’ di mal di pancia o alla testa. So che ci sono delle preoccupazioni sugli effetti a lungo termine, ad esempio sulle ossa o sui reni. A noi, durante lo studio, hanno fatto regolarmente esami sul funzionamento dei reni e io non ho mai avuto problemi. So anche che nello studio iPrEx in America non ci sono stati molti casi di problemi renali e quei pochi si sono risolti non appena hanno interrotto l’assunzione del Truvada. Mi sembra perciò che le preoccupazioni per gli effetti collaterali siano più teoriche che reali.

E cosa dici a quelli che pensano che la PrEP possa incoraggiare il sesso senza preservativo e quindi portare a un aumento delle altre infezioni a trasmissione sessuale come la sifilide? 
Come ti dicevo prima, io non ho abbandonato l’uso del preservativo e penso che sia così per molti altri nello studio. Oltretutto a ogni visita ci raccomandano di usare il preservativo e ce li danno gratis.
Credere che l’abbandono del preservativo sia dovuto alla PrEP secondo me è una posizione moralista: non si tratta di scegliere tra preservativo o PrEP, ma dobbiamo anche pensare a chi nonostante sappia che sia necessario usare il condom, per qualsiasi motivo, non lo usa.

Come vengono visti in Francia i gay che prendono la PrEP? C’è abbastanza informazione? 
Negli USA alcuni hanno coniato un termine dispregiativo di “Truvada whore” (“puttana da Truvada”) per chi usa la PrEP, c’è un atteggiamento di scherno anche in Francia?
Credo che la PrEP sia sempre più accettata tra i gay, soprattutto dopo i risultati dello studio PROUD e i primi risultati dell’IPERGAY.
Molti sono ancora scettici ma c’è una accettazione maggiore rispetto a quando è iniziato l’IPERGAY; allora venivamo visti come dei barebackers che se ne fottono dei rischi che possono correre.
Credo che i gay contrari alla PrEP siano adesso una minoranza nella comunità e persino una associazione come Act Up Paris, che ha sempre molto spinto la mano sulla necessità di usare il preservativo, sostiene lo studio.

Quindi l’IPERGAY ha cambiato un po’ il modo di pensare alla PrEP in Francia?
Sono sempre di più le persone interessate.
Lo studio ha fatto sì che all’interno della comunità gay si parlasse liberamente di rischi nel sesso e di possibili situazioni in cui si fa sesso senza preservativo. Ha contribuito a smettere di colpevolizzare le persone che per qualsiasi motivo non si trovano bene a usare i preservativi, ha permesso di parlarne, trovare una soluzione, e la PrEP potrebbe essere una di queste.