A COME ADOLESCENTI Il Justin di Ugly Betty trova l’amore a scuola di recitazione, il Marshall di United States of Tara lo perde prematuramente, la Isabelle di Weeds ha una passione per le coetanee asiatiche (e poi si opera per trasformarsi in Bruce nel finale della serie). Ci sono anche il libertino Ian di Shameless e il problematico Jamie di Top of the Lake. Menzione speciale va a Layton Williams, davvero esplosivo sia in Beautiful People sia nella più recente Bad Education.
B COME BODYGUARD Kevin Spacey sarà pure restio a svelare il suo segreto di Pulcinella, ma il presidente degli Stati Uniti da lui interpretato in House of Cards ce lo dice a chiare lettere: “Il sesso con le donne è una mera questione di potere” mentre quello con i compagni di college o con il bel Meechum, sua guardia del corpo, è ciò di cui ha veramente bisogno.
C COME CRIMINALITÀ Ce n’è per tutti I gusti: il galoppino mafioso Vito Spatafore ne I Soprano, la cui sottotrama è sviluppata in modo crudele ma realistico; il boss della mala londinese Harry Starks in The Long Firm e poi il pericoloso criminale ucraino Isaak Sirko nella settima stagione di Dexter, una coppia di lesbiche ciniche e spietate nella splendida What Remains, la cecchina transessuale di Hit & Miss (interpretata dalla bravissima Chloë Sevigny).
D COME DISCOTECHE In Queer As Folk i personaggi tendevano a trascorrervi lunghe ore per poi uscirne e fingere che qualcosa fosse veramente successo. Serie più recenti prendono una posizione più decisa nei confronti delle quattro mura entro cui spesso le sceneggiature gay si arenano: Josh Charles, nell’australiana e autobiografica Please Like Me, liquida con terrore delle fag hag che vorrebbero a tutti i costi trascinarlo da un locale all’altro tutte le notti, fino a notte inoltrata. In Chozen l’omonimo protagonista (un rapper bianco, gay e in sovrappeso) si allea con Quentin Crisp per irrompere in una discoteca gay “esclusiva” e terrorizzare la fauna omologata che la popola.
E COME EUCARISTIA Si può essere gay e religiosi al contempo? Questione annosa. Le serie televisive rispondono di sì: oltre alla dissacrante rappresentazione dell’omofobia interiorizzata del reverendo Newlin in True Blood ci sono anche ritratti più profondi come quello di Alby Grant, figlio del profeta mormone in Big Love, e quello di Åsa, pastora protestante sposata con una donna nella svedese Äkta människor.
F COME FAMIGLIE Oltre a quelle un po’ troppo spensierate e desiderose di figliare in Modern Family e The New Normal, si tratta pur sempre di sitcom    quindi la felicità è d’obbligo, ci sono anche ritratti meno politicamente corretti, per esempio nella prima stagione di American Horror Story (in cui Zachary Quinto è la non-proprio-dolce metà di una coppia sadomaso) e nella seconda di United States of Tara (con anfetamine e adulterio). La coppia lesbica di The Fosters ha appena vinto un GLAAD.
G COME GALERA Christopher Meloni era particolarmente piacente in Oz, ma le prigioniere lesbiche (e anche quella transessuale interpretata da Laverne Cox) di Orange Is the New Black non sono certo da meno. Anche in Chozen si va oltre i luoghi comuni sull’omosessualità situazionale.
H COME HIV Le serie americane abbondano di comparse sieropositive che appaiono e scompaiono nel giro di un episodio. Anche laddove riescano a durare un po’ di più (Oz, Queer As Folk USA,Nip/Tuck), questi personaggi tendono a essere dipinti come minacce ambulanti e fatalmente sregolate. Il miglior prodotto televisivo sul tema è la svedese Torka aldrig tårar utan handskar, che ha anche il pregio di evitare facili sentimentalismi. HBO ha anche appena trasmesso The Normal Heart, adattamento televisivo del testo teatrale di Larry Kramer, con un cast stellare.
I COME INFERMIERI Impossibile non aver mai sentito parlare di Callie e Arizona, la coppia occasionalmente lesbica di Grey’s Anatomy: personalmente detesto i racconti in cui i personaggi gay devono per forza andare a letto con personaggi del sesso opposto perché altrimenti la ABC non li manda in onda. Per fortuna ci sono anche Thor, O’Hara e Mohammed in Nurse Jackie, oppure Ashley nella versione inglese di Sirens (il remake americano non è granché).
J COME JESSICA FLETCHER Niente riesce a unire la comunità gay come La signora in giallo. Se in terra italiana non c’è granché in cui sperare al momento, almeno una cosa la possiamo festeggiare: NBC ha fermato sul nascere il folle piano di reboot della serie, che avrebbe visto la (pur brava) Octavia Spencer nel ruolo che fu di Angela Lansbury.
K COME KGB Le spie omosessuali appartengono quasi sempre al fronte nemico: Anna Espinosa in Alias è “una delle ultime bambole del comunismo”, in Homeland c’è un terrorista islamico che frequenta orgogliosamente saune e cessi, mentre i due agenti della cellula dormiente sovietica di The Americans hanno recentemente ricattato un agente yankee e gay.
L COME LIPSTICK LESBIANS il caso di The L Word è stato più unico che raro: le lesbiche del piccolo schermo tendono a strusciarsi una contro l’altra soltanto al fine di titillare la fantasia degli uomini eterosessuali seduti sul divano a guardare. Robin e Katherine in Desperate Housewives, Pam e Tara in True Blood, Kalinda e Lana in The Good Wife: gli esempi di lesbiche “formato famiglia” si sprecano. Fanno eccezione l’ottimo personaggio della tosta e militante Lana Winters nella seconda stagione di American Horror Story e quello di Cosima in Orphan Black.
M COME MIGLIORE AMICO Gli eredi televisivi di Rupert Everett sono stati molti: quelli più significativi degli ultimi anni sono il personaggio di Michael Urie in Partners e i due inquietanti vicini di casa in The Following. Se il primo fallisce perché scritto con condiscendenza e trattato come fosse un accessorio, i secondi risultano riusciti perché di primo acchito sembra lo siano, ma poi si rivelano tutt’altro che rassicuranti spalle su cui piangere.
N COME NINNA NANNA Quando si parla di adozione da parte di coppie gay, c’è sempre l’ansia di assumere un atteggiamento difensivo e indorare la pillola: bisogna dire che due mamme o due papà saranno senz’altro genitori più bravi e più ricchi, che la prole non diventerà gay per osmosi, e via così. Guardando The New Normal, Brothers & Sisters, Queer as Folk (USA) e Modern Family si ha un po’ l’impressione che gli sceneggiatori abbiano fatto copia & incolla. Molto più onesto era stato Alan Ball nello scrivere Six Feet Under: i pargoli adottivi di David e Keith erano un incubo, e uno dei due si rivelava essere gay a sua volta.
O COME ORSI Tra le mode gay degli ultimi tempi, quella di farsi crescere la barba e guadagnare qualche etto adiposo è senz’altro la più salutare e gradevole alla vista. I primi orsi gay televisivi sono stati i due baristi della canadese Being Erica. Poi sono venuti il bel Max di Happy Endings, l’intero cast dell’orrenda web series Where the Bears Are e il protagonista della serie animata Chozen.
P COME PROSTITUZIONE Già in Hill Street Blues e Ally McBeal c’erano stati un prostituto gay e una prostituta transgender, ma si parla di tempi in cui i personaggi non-etero morivano in quanto non-etero. E infatti morivano entrambi. Più contemporanei il personaggio interpretato dall’attrice transessuale Candis Cayne in Dirty Sexy Money e il ragazzo trans di strada (Bullet) della terza stagione di The Killing. Tra i prostituti gay, il Felix di Orphan Black è felice non solo di nome.
Q COME QUICHE LORRAINE In principio fu Coco, il cuoco gay del primissimo episodio di Cuori senza età eliminato in favore di Sophia. Oggi c’è The Great British Bake Off, talent show culinario ad altissimo contenuto camp: molti dei concorrenti maschi sfornano torte sovradimensionate per compagni e mariti mentre Sue Perkins, conduttrice lesbica, si lascia andare spesso e volentieri a battute su alcolismo e sesso.
R COME REDNECKS Le roulotte e il profondo Sud degli Stati Uniti riservano grandi sorprese: il mockumentary Trailer Park Boys oppure reality come Welcome to Myrtle Manor e il nettamente superiore Here Comes Honey Boo Boo sfatano il mito di Lumpenproletariat inguaribilmente omofobo. In Sordid Lives si raggiunge l’apoteosi: Olivia Newton-John interpreta una cantantucola lesbica e burina, mentre Leslie Jordan è un anziano gay effeminato rinchiuso in un ospedale psichiatrico nonché drag queen sconvolta dalla prematura morte di Tammy Wynette.
S COME SAN FRANCISCO La versione televisiva di Tales of the City di Armistead Maupin era piuttosto gradevole, complici anche la presenza di Laura Linney e Olympia Dukakis. Oggi è Looking a rendere giustizia alla città più gay che esista al mondo.
T COME TRANSILVANIA Era soltanto questione di tempo prima che arrivassero anche i vampiri gay. Ce ne sono a bizzeffe in True Blood, ce n’è uno in Being Human ed è di pochi mesi fa la notizia che ce ne sarà uno anche in The Vampire Diaries. E sì, ce n’erano anche in The Lair, ma è meglio dimenticare.
U COME USCIRE ALLO SCOPERTO Allo storico coming out di Ellen ne sono seguiti molti: quello di John Goodman nel ruolo di un padre di famiglia in Normal, Ohio (putroppo chiusa prematuramente); quello divertentissimo di Josh Charles in Please Like Me; quello rocambolesco di Sue Perkins in Heading Out… Il migliore degli ultimi anni rimane quello desolante e tragico del protagonista zombie di In the Flesh.
V COME VELATE Nella prima stagione della versione americana di In Treatment, Blair Underwood dà vita al caso più irritante e complesso di omosessualità repressa mai visto sul piccolo schermo. In Mad Men, Bryan Batt deve ricorrere a sotterfugi proprio negli anni in cui nasce la Mattachine Society. In Downton Abbey, Thomas e la signorina O’Brien devono stare attenti a ogni parola che pronunciano nell’Inghilterra degli anni Venti. In Devious Maids c’è un personaggio ricalcato su Ricky Martin. In Damages, il personaggio di Željko Ivanek subisce il ricatto della perfida Patty Hewes interpretata da Glenn Close. GCB e Nashville esplorano il tabù dell’omosessualità nella Corn Belt statunitense.
W COME WEB SERIES Non sempre l’indipendenza e la carenza di mezzi sono una virtù: ne sono una dimostrazione le serie youtubbare, specialmente quelle a tematica gay. The Outs è quanto di più obbrobrioso una mente gay abbia partorito nel decennio scorso, la già citata Where the Bears Are è appena migliore (solo perché gli orsi in questione sono spesso in déshabillé). Alle lesbiche non va meglio: 3-Bits e SCISSR sono copie slavate della già piuttosto slavata Girls. L’italiana G&T sembrava promettere meglio, ma ha mantenuto fino a un certo punto.
X COME XENOFILIA È comune, e non solo nella comunità gay, la tendenza a credere che l’erba del vicino sia invariabilmente più verde. Ma i due adolescenti di Beautiful People scoprono che Londra non ha granché in più da offrire della provinciale Reading e già l’Emmett di Queer As Folk USA, dopo aver girato il mondo, finiva per trovare l’amore in un vecchio compagno di scuola. Nessun personaggio ha demistificato la leggenda secondo cui si stia meglio altrove come il Daffyd di Little Britain: nel suo misero villaggio gallese dei preti ingordi comprano falli di gomma al mercato rionale, e a due fermate di bus c’è persino il quartier generale della Gay Nation of Islam.
Y COME YODEL Non ci sono parole per esprimere quanto sopravvalutate siano le reinterpretazioni adolescenziali dei più grandi successi pop cantate dal cast di Glee, ma Chris Colfer è simpatico e il suo personaggio ha probabilmente aiutato tanti giovani ragazzi gay a riconoscersi e volersi bene. Più sopportabili le prodezze canterine della prematuramente chiusa Smash, altrettanto pullulante di personaggi gay (e nel cast c’erano anche Anjelica Huston e Debra Messing, la Grace di Will & Grace).
Z COME ZIE Dopo il dolente Vic di Queer As Folk USA e il mesto Saul di Brothers & Sisters, si è finalmente arrivati a rappresentare due vecchie checche felici di esserlo nella splendida Vicious: checché ne dica certa critica militante, Ian McKellen e Derek Jacobi sono (ovviamente) perfetti nei rispettivi ruoli. Sean Hayes ha di recente tentato di reinventarsi nella veste di zia, con tanto di figlia a carico , in Sean Saves the World, ma il fantasma di Jack McFarland è troppo ingombrante e il pubblico ha giustamente cambiato canale.