“C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole, anzi d’antico”… Giovanni Pascoli non avrebbe mai sospettato con quanta precisione i suoi versi riescano a sintetizzare la natura più profonda del centrodestra italiano, specie quello guidato dal giovane Angelino Alfano, quando si parla di diritti civili e di libertà individuali. Un Nuovo Centro Destra che, di fronte a una proposta moderata e ai limiti dell’inaccettabile come quella sulle unioni civili di Matteo Renzi, alza le barricate e minaccia di far cadere il debolissimo governo Letta; e che nel 2014 insiste ad associare i gay ai pedofili. “Con tutti i problemi che abbiamo in Italia – ha detto Alfano dal salotto tv di Fabio Fazio – noi dobbiamo andare a parlare di frontiere libere e matrimoni gay? La cosa che mi fa sospettare è che sotto il nome ‘unioni civili’ si possa aprire il varco per i matrimoni gay”. Per chi non fosse ancora convinto è arrivato poi un tweet dal profilo ufficiale del vicepresidente del Consiglio: “L’Italia non diventerà né una grande sala parto per immigrati né un grande locale arcigay” (minuscola in originale, ndr). Amen.
Nel corso degli anni il movimento glbt si è rivolto con più fiducia a partiti o a movimenti di sinistra, o presunta tale, con la legittima aspettativa che da lì potesse arrivare il cambiamento. E a destra? In Occidente si sono fatti strada movimenti e leader conservatori capaci di raccogliere la sfida della modernità e schierarsi “dalla parte giusta della storia”, come dice Hillary Clinton: se l’inglese David Cameron, realizzando la piena uguaglianza tra etero e gay con l’accesso al matrimonio vero e proprio per tutti, ne ha dato un esempio clamoroso, anche altrove si fa strada un approccio pragmatico e meno ideologico, come in Germania o in Spagna dove le destre al potere non hanno osato mettere in discussione le conquiste già raggiunte.
In Italia, invece, all’incapacità della sinistra si contrappone, quando va bene, il disinteresse o, peggio, l’aperta ostilità della destra, sia quando è al governo sia dai banchi dell’opposizione. “Uno schifo totale, con la rarissima eccezione di Galan”, si sfoga Daniele Priori, segretario politico di Gaylib, che da decenni prova – con risultato ahinoi scarsi se non nulli – a mantenere un canale di discussione aperto con l’ala destra del Parlamento. E non è questione di Berlusconi o di berlusconismo! Anzi in questo momento Forza Italia, depurata delle componenti cattolico-reazionarie passate con Alfano in Ncd, appare un partito molto più laico e aperto alla discussione. Ncd ha raccolto “il peggio del peggio – dice Priori: Roccella, Giovanardi, Formigoni”. Che infatti, dopo gli annunci pubblici di Renzi a favore di una legge sulle unioni civili, si sono affrettati a piantare paletti contro qualsiasi forma di riconoscimento delle famiglie gay. Sacconi ha chiesto addirittura una “moratoria” su questi temi, come si chiedeva qualche anno fa sulla pena di morte.
L’ex ministro Giovanardi, per distinguersi nel suo zelo antigay, si è spinto oltre, e come primo firmatario insieme ai colleghi D’Ascola, Torrisi, Bianconi e Chiavaroli (tutti Ncd) ha presentato al progetto di legge Scalfarotto sull’omofobia un emendamento che include anche “orientamenti pedofili”: una chiara provocazione che sfocia nell’insulto pubblico, associando un orientamento sessuale a una parafilia.
Dopo la scissione, invece, “in Forza Italia – dice Priori – sono rimasti personaggi come Biondi, Prestigiacomo, Brunetta che non sono pregiudizialmente contrari all’estensione dei diritti e c’è un canale aperto con esponenti come Galan e la Carfagna, mentre da Ncd non ci hanno più risposto, anche se il presidente di Gaylib, Sandro Mangano era nella corrente di Alfano”. D’altronde, “nei partiti di Berlusconi non c’è mai stata una linea dura e ferma sul sì o sul no” e adesso sembra che le due anime della destra italiana abbiano linee diverse sui diritti delle persone glbt. Ma questo può portare risultati concreti? “In teoria in Parlamento su questi temi una maggioranza è possibile, nelle due Camere, con il Pd, Forza Italia e il Movimento 5 Stelle e Sel. Non a caso dall’inizio dell’anno Giancarlo Galan si è speso personalmente con interviste all’Espresso, a Il Manifesto, all’Huffington Post dichiarando la disponibilità sua e di FI a votare la proposta di Renzi, giudicata anzi “poco coraggiosa”. Priori, però, non è molto fiducioso: “Al momento non so, ma se si vuole far cadere il governo qualcuno potrebbe usare le unioni gay per arrivare alla rottura tra il Pd e Alfano. Noi gay veniamo trattati come lo spauracchio e i nostri diritti diventano il tema indicibile che spacca le alleanze, come fu per Prodi nel 2007”.
Come sono lontani gli anni Settanta, quando la Dc stava al governo con il Psi, ma in Parlamento i socialisti votavano insieme al Pci e ai laici le leggi sul divorzio e sull’aborto, senza subire veti da Palazzo Chigi…