C’era una volta, o meglio, c’erano una volta, le passeggiate notturne sui prati e nei parchi, i bagni delle stazioni, le giostre di automobili nei parcheggi e nelle zone industriali, le piazzole autostradali. Se vogliamo proprio esagerare, per i meno coraggiosi c’era il semaforo rosso, e quello sguardo scambiato con l’automobilista di fianco. Se con l’avvento del computer questi luoghi sono finiti praticamente nella valigia dei ricordi di un passato che sembra remoto, ma tanto lontano non è, con l’arrivo degli smartphone il cruising si è davvero globalizzato. Nell’era digitale, le chat sicuramente hanno cambiato il costume e le abitudini della società tout court, e per gli incontri gay sono state un fenomeno che ha coinvolto più o meno tutti, vuoi per ragioni di anonimato e vuoi per le opportunità fornite laddove non ci sono locali o punti di aggregazione.
Poi è arrivato Facebook. E anche qui, chi non ha mai fatto o ricevuto avances a/da perfetti sconosciuti, solo per il fatto di aver fantasticato di fronte a una fotografia? Facebook, forse per primo, ha in qualche modo favorito le possibilità di incontro per tutti. Per quelli impegnati in una relazione di coppia, chiusa ovviamente, con pruriti di evasione, talvolta è stato un complice discreto. Se prima, per procurarsi incontri clandestini, erano costretti a profili anonimi senza foto, il social network più famoso del mondo ha sicuramente fornito un alibi. Pur con le dovute attenzioni del caso. Ma lasciamo stare per un attimo il discorso fedeltà/infedeltà per tornare alle modalità di approccio. Se solo fino a qualche anno fa c’era pur sempre l’opzione, una volta stufi di stare davanti al computer su tutte le chat possibili e immaginabili, di alzarsi e uscire da questo mood, adesso davvero non c’è verso. Con il telefonino ti porti appresso tutto il tuo patrimonio digitale di profili e dati dovunque e comunque, e il rimorchio, in alcuni casi, rischia di diventare una forma di nevrosi ossessiva.
Grindr, la app più diffusa per l’acchiappo full time and everywhere, ha visto nascere un’infinita serie di cloni. Inoltre, tutte le chat più popolari sono dotate di relativa app per smartphone e lo stesso dicasi per Facebook (qui vale il discorso di cui sopra). Ma anche altre app apparentemente “innocenti”, volendo, possono essere usate per conoscere e incontrare. Ad esempio, anche Instagram, applicazione nata per condividere fotografie in rete, ha prestato il fianco a un uso simile. Basta che uno metta tutta una serie di foto discinte – quelle in bagno davanti allo specchio con il telefono in mano sono un must – e il gioco è fatto. Un occhio attento saprà capire e, volendo, interagire all’uopo con la persona interessata. E senza destare troppi sospetti in un eventuale ambiente di lavoro, o con il partner. Mica è una roba gay! Peraltro adesso hanno inventato Instamessage, la app per scambiare messaggi con gli utenti di Instagram (previo invito), con tanto di localizzatore gps che, alla stregua di Grindr, ti rileva gli utenti in base alla loro vicinanza.
A questa doppia funzione non è scampato nemmeno uno degli ultimi ritrovati della tecnologia. Sto parlando di Ruzzle, il gioco che ha conquistato in breve tempo gran parte della popolazione mondiale. Non sto a dilungarmi sul suo funzionamento, tanto sapete tutti che cos’è. Divertente casomai può essere cercare sulla scacchiera parole che abbiano a che fare con il colorito quanto vasto vocabolario omosex. Ebbene, la parola “gay” sembra che non ci sia, almeno nella versione italiana.
E non è per omofobia, o per un destino italiano che vede sempre arrivare in ritardo il riconoscimento dei diritti, quanto per il fatto che, probabilmente, la Y non è compresa nel nostro alfabeto. Ovviamente c’è gaio, gai, finocchio, ancora non siamo stati in grado di verificare se ci siano checca e frocio. Di sicuro c’è pompa, sega, triangolo e orgia (con relativi plurali). Restano alcuni dubbi sulla presenza del pompino. Confermata la presenza di battere e di scopare, da verificare quella di chiavare. La genialità di questo giochino sta però nel fatto di avere la possibilità di scambiarsi messaggi con l’avversario. E quando quest’ultimo ha nel profilo una foto a torso nudo, non credo ci voglia la chiromante per capirne l’eventuale disponibilità.
Ma anche qualora la foto non desse adito a sospetti, c’è sempre la possibilità di lanciare un amo. Qualcuno una volta disse: bussa e ti sarà aperto. Se poi uno bussa tante porte, vuoi vedere che qualcuna prima o poi si apre? E se è vero che l’occasione fa l’uomo ladro, viene da chiedersi: è ancora lecito parlare di fedeltà quando tutti ormai, gay, etero, bisex e qualsivoglia altro orientamento sessuale che la natura umana possa prevedere, viviamo in modalità rimorchio 24 ore su 24?