Ecco, la solita storia: arriva Natale, una “brava ragazza” fa l’albero e poi, la punta chi gliel’infila (all’albero…)? Un angelo celeste? Se io monto sulla scaletta vado al traumatologico in un istante, meglio che m’agghindi come un’improbabile Babba-Barac-ca Natale e più che sopra, magari infilo qualcosa “sotto” l’albero… Che donna vacua, effimera, che essere spregevole mi abita, al punto da dedicarvi questo messaggio di Buon Natale e Buon anno con un “diabolico figlio del commercio mediatico” a nome cd, che io stessa, in un momento in cui gli esorcisti mi stavano a distanza ho confezionato mettendoci quel poco di fiato che ho (menomale che urlo spesso per contratto, in genere le note “alte” son quelle che mi vengono meglio…). Ecco quindi un lavoro, oltre a quello da meretrice del microfono, che nasce invece, una volta tantum (che sia verde, fa molto boccasana…) da un desiderio autentico, anche se noi tutti ben sappiamo che il raro dono di capire cosa sia vero o cosa, da verosimile, ne sia soltanto una simiglianza (nel mio caso il confine è sottile, al contrario del mio giro vita di certo non filiforme come la figuretta ritoccata della copertina e palesemente tarocca, come tutto il resto, idee comprese…).
Più che la mia Strenna sono io Renna a farvi in questo fine 2012 degli “auguri cantati”, e come da manuale di “finocchia in età da esodata per la Fornero (me la scambio sempre con la Folliero di Rete4, che scivolone…) ”, ho le mie icone di riferimento, dalle quali suggo, come vampira, anche da vene varicose quel residuo di linfa vitale che le vampire gay, pietose se non verso se stesse, gli hanno lasciato in circolo. Mi son detta: se a Sanremo hai cantato calva coi Matia Bazar, alla fine dell’anno sarà meglio che ti rivesta e, splendida, ti rimetta a “dragare” perché… perché no?
È vero, è stato un anno di trapasso (non quello definitivo….) per tutti, ci sono grillini e grilloni nuovi, ci sono pochi “fuochi del varietà” accesi e io, che so ben fare la pagliaccia, non accetto che per la crisi economica si debba prematuramente decedere di sobrietà, di misura, di rigore… E che cavolo! A tutti ci verrà, una volta stesi all’obitorio, “quel rigor mortis” che, ci sia permesso, finché siamo in sella alle nostre pur stanche anche, vogliamo dominare con la nostra incontenibile allegria di inadeguati alla malinconia perenne… canta che ti passa, mi son detta, e forse la fai passare a qualcuno; così mi son messa, novella speleologa della musica tanto leggera quanto leggiadra, a rovistare tra i Vuitton finti e i cartoni veri, per “recuperare” archetipi in forma di canzoni, magari un po’ meno popolari delle solite, quelle da colonna sonora di film gay, con la presunzione di ridar luce a “Perle” che meritano un’accurata coltivazione a parte.
Da qui il cd, che diventerà uno spettacolo teatrale, all’insegna dell’insensatezza, perché, come ben chiosò a suo tempo l’immarcescibile Marlene Dietrich “…essere insensate è una qualità tipicamente femminile…” aggiungendo di sponda “…solo i froci sanno come si fa a rendere sexy una donna…”. Ma al momento ho quest’abete che incombe e al tempo stesso Pride mi offre il privilegio di farvi da “chaperona”, sgranando con Voi queste perle coltivate e la loro ri-generazione…
CIELO DI CRISTALLO
Volevo la Oxa, ma era in tournée e allora l’ho chiesto all’amica Aida Cooper: una mattata pop rifatta con lo stile delle cotonate degli anni ’80, da Mary Wilson a Tracy Ullmann, con un pizzico di Siousxie & the Banshees
LA MIA PIÙ BELLA CANZONE D’AMORE
Donatella è la più brava tra le poetesse del rock nello stendere testi piccoli capolavori sulle difficoltà dei rapporti difficili, come quelli tra vittima e carnefice, questo ben prima (33 anni fa) che ci ripiombassero addosso ‘ste insopportabili “50 sfumature di grigio”; come tornare ai tempi del Portiere di notte, scritto da Barbara Alberti e girato da Liliana Cavani…
PAZZA
L’inedita canzone che meglio di ogni altra descrive il mio attuale stato mentale: con Gennaro Cosmo Parlato l’abbiamo immaginata con cori da “Armata Rossa”, un po’ cosacca un po’ da “dance-floor” gay prima della chiusura, o magari proprio all’apertura, come so che già fanno in una disco orsa nel bresciano….
IO E MIO PADRE
Ecco, tutti diranno, qui c’è l’ombra di Maria (de Filippi…); che sia però ricordato che “l’insegnante” Grazia è dapprima cantautrice e nel suo repertorio c’è questa “perla”; avendola sempre amata, (un altro straclassico della froceria problematica è “L’irrisolto rapporto con la figura paterna”), è che ho avuto più coraggio di quanto ne usi di solito nel chiederle di cantarla con me, ma Maria ha ricevuto il disco solo pochi giorni fa e credo sia rimasta “sorpresa”…
DIMMI
Orietta è la n°1 della nativa musica popolare, è la più intonata e questa canzone ha un ritornello da vera star: l’ho pensata come una Tears on my pillow in versione Kylie Minogue, la canzone da drive-in ma anche quella pericolosa negli acuti (e infatti li fa tutti Orietta…); poi ci siamo fatte una mangiata e la forchetta dell’Orietta punge sul piatto, eccome se punge…
SCIOCCA
Incontro Caterina a Sanremo 2012, le farnetico qualcosa del progetto e della sua canzone; lei ride, mi confessa che non ce la faceva a dire “sciocca” ma che le veniva “siocca” (siamo emiliani….). L’ho rifatta così, con la s che scivola, su un medio tempo che dal reggae va al Madison in un batter d’occhio, perfetta per una festa di compleanno (non necessariamente quella del “caro amico Harold…”)
L’ANGELO NECESSARIO
I Virginiana (gruppo preferito di Paolo Virzì, tanto che fanno la colonna sonora del suo nuovo film Tutti i santi giorni) mi chiamano più di un anno fa per fare il video: m’innamoro della canzone, del sound, e mesi dopo gliela “rubo”, mantenendo intatta la base: c’è un’anima rock, peccato che ormai sembri la nonna di Debbie Harry, peraltro già di suo non giovanissima…
MI CERCHERAI
Iva ha un repertorio meraviglioso semi-sconosciuto, anche a se stessa… La chiamo, le dico del pezzo, e lei: “ …Mo sa el?” (traduco, ma cos’è?), insomma non se lo ricordava proprio (cosa vuoi, sempre a Strasburgo…). Alberto Testa e Memo Remigi firmano una canzone romantica oltre misura, abbiamo notevolmente abbassato la tonalità, perché “l’aquila di Ligonchio vola” ma la “pantegana di Parma” semmai ansima…
TRA LE CANNE DI BAMBOO
Betty, la Curtis, aveva un repertorio “schizo”: o “lacrima facile” o “crazy” vero, come questa “esotica canzone” firmata Dorelli & Panzeri, un inno al doppio senso senza mezzo accenno di volgarità (in lei, in me un po’ aumenta….); peccato i cori non siano proprio intonatissimi e gli “ululati” drammaticamente insostenibili, ma in sala con me c’era la SexyNana, che chi ben conosce sa essere capace di disastri ben più consistenti…
LA GENTE E ME
Credo sia la più matta del repertorio di Ornella, C’è Brasil anche nella frenesia da “accoppiamento” e poi quello scioglilingua del ritornello vale da solo una ripassata, in tutti i sensi… Una volta finita, gliela mando e carina mi risponde su Facebook: “Brava! Quando chiamano me e non ne ho voglia mando te!”
IO HO TE
E qui “casca l’asina”: le canzoni vere muovono qualcosa, in qualche caso com-muovono: Mina, tanto sublime, ha il dono di farci sentire “nostra” ogni sua canzone e se Lei canta, noi ce la possiamo cavare con un sussurro o poco più, nel mio caso un rantolo, ma autentico…
DOPO LA TEMPESTA
In questo caso l’obbiettivo era preciso: trasformare Marcella Bella in una punk, e la canzone come fosse dei Ramones… C’è qualche “e” stretta di troppo, ma la tentazione di “fare Marcella” è come un virus inarrestabile…
APRITE LE FINESTRE
Giuni era un’amica vera, tutto l’album è dedicato a lei, questa canzone è diventata un martello dance per ricordare quanto Giuni fosse allegra e spiritosa. Il duetto virtuale è solo l’accostamento di talento e totale assenza del medesimo, ma lei, ovunque si trovi, regge benissimo …
Ora non vi resta nient’altro da fare che pensare agli addobbi, a come rendere gradevole questo passaggio, l’ennesimo: se con me vi son venute “due palle”, bene, almeno so di aver contribuito alla vestizione dell’albero, al quale, almeno al mio, manca sempre la punta… Qualcuno si presta volontario per metterla?