Questo è un racconto perfetto per Halloween.
Tutto incominciò nel 1999 quando mi comprai un album inglese dell’800, pieno di foto formato carte de visite e ritratti, da un antiquario di Alicante in Spagna. Lo volli a tutti i costi, non so il perché. Il venditore mi disse che l’aveva trovato anni prima in Inghilterra e tenendo conto dello stato di conservazione eccezionale doveva essere sempre appartenuto a qualcuno dei discendenti delle persone ritratte nell’album, gelosamente chiuso in un cassetto.
Quando lo ricevetti non mi parve poi granché eccezionale, riportava anche una foto del re Vittorio Emanuele II di Savoia, dei reali inglesi, della cantante lirica Adelina Patti e altre foto di vedute di Tivoli e personaggi in costume ciociaro. Foto queste che all’epoca si vendevano nei chioschi per i turisti, esattamente come poi si fece con le cartoline illustrate. Solitamente i reali sono sempre messi al posto d’onore della prima pagina negli album dell’800. Assolutamente tipico.
Lo sfogliai distrattamente, poi all’improvviso incominciai a individuare i volti dei diversi famigliari e capii che l’album era appartenuto a un giovanotto assai effeminato che appariva in più pose, da studente, da militare in cavalleria e pure in abiti in maschera per delle feste. Ne avevo anche individuato il nome, dato che nel frontespizio dell’album c’era scritto a inchiostro in inglese: “Tiro con l’arco. 26 agosto 1869. Premio per il punteggio più alto a 60 yards. S.A. Pretor”.
In seguito scoprii che le iniziali stavano per il suo nome di battesimo Samuel Ashton.
A un certo punto mi accorsi che c’era pure una bellissima foto, colorata ad acquarello, in cui il giovane rampollo dei Pretor s’esibiva in uno strabiliante travestimento femminile tutto trine e merletti d’alta classe. Senza dubbio alcuno, dato che dietro era scritto il suo nome. L’immagine portava il timbro del fotografo Farren di Cambridge. E allora tutto mi fu chiaro.
Si trattava d’una foto scattata a ricordo d’una recita teatrale tra gli studenti al college di Cambridge, all male come prevedeva la tradizione.
La cosa assurda è che ebbi come un déjà-vu… io quella foto la conoscevo già! Che io fossi un caso di reincarnazione di quell’epoca? Che l’avessi vista in un sogno chiaroveggente?
Niente di tutto ciò. Grazie al cielo ho sempre avuto una memoria visiva eccezionale e mi ricordai di avere il libro inglese Who’s A Pretty Boy Then: 150 years of Gay Life in pictures (1997, Serpent’s Tail, London) dello studioso James Gardiner. All’interno, a pag. 13, nel capitolo in cui s’illustrava la vita degli omosessuali nel periodo vittoriano c’era riprodotta una foto tale e quale alla mia, con il titolo “Uomini in crinolina”. Tranne che per una leggera variante di sguardo, la foto era proprio quella ed era indicata, negli indici, come uno scatto di Farren a Cambridge.
Questo fotografo doveva essere un punto di riferimento per simili ritratti in studio. Di recente ho trovato un’altra quindicina di sue cartes de visite acquarellate dello stesso genere. Anch’esse del 1860 circa. Catalogate su eBay, da un venditore francese che le aveva trovate chissà dove, genericamente come attrici di teatro e cantanti liriche dell’epoca. Naturalmente io ho capito subito di cosa si trattasse, oltretutto le donne “brutte” non le colleziona nessuno e me le sono aggiudicate a pochissimo.
Eccovene alcune a illustrare questo articolo, degne “compagne” di Samuel Ashton. È del resto assai probabile che le protagoniste di queste immagini che mi mandano in sollucchero si conoscessero.
Ancora oggi nei college maschili inglesi gli allievi si esibiscono in simili mise en scène, con preziosa competenza e pignoleria. Oltretutto già nell’epoca del teatro elisabettiano, il cui maggiore esponente fu William Shakespeare, tutti i ruoli delle varie Giuliette e Desdemone erano affidati a ragazzi perché la professione di attrice non competeva a donne “per bene”.
Esiste un luogo comune secondo il quale gli inglesi delle classi alte sarebbero tutti omosessuali perché non superano il trauma del college. Da quello che abbiamo visto nei vari film (Maurice, Another Country, Ritorno a Brideshead, ecc.) o letto nei vari libri sull’argomento non ci sarebbe certo da stupirsene. Ma forse nel 2012 le cose sono un po’ cambiate.
Eppure esiste un genere di “travestitismo” tipicamente britannico. Basti vedere le performance di successo, sulla Bbc, del duo comico al vetriolo Matt Lucas e David Walliams nei serial Little Britain e Come Fly With Me. Tutto ciò ha a che fare con l’eccentricità e la voglia d’evadere dalla noia del quotidiano. In Inghilterra ci sono, tutt’oggi, dei bordelli dove uomini etero di tutte le estrazioni (anche politici, giudici, capi della polizia e capitani d’industria) amano travestirsi da donna, prendere il tè e chiacchierare tra loro come comari.
Ma torniamo al nostro Samuel Ashton Pretor proprietario dell’album del 1869. Grazie a internet riuscii a scoprire parecchie cose su di lui. In Inghilterra c’è una vera mania per la storia locale, e un esercito di pensionati dedito alla salvaguardia di antichi manieri e ormai specializzato nel mettere online tutte le trascrizioni sulle tombe dei cimiteri di campagna.
È così che trovai i dati raccolti sulla lapide di Samuel Ashton Pretor, rinvenuta nella chiesa di Tutti i Santi a Wyke Regis, sobborgo di Weymouth nel Dorset. Nacque nell’antica magione di Sherborne House, di proprietà del padre banchiere Samuel Pretor, il 18 gennaio 1833. Morì 74enne a Belfield House, lussuosa casa di campagna in stile palladiano, a Weymouth il 15 agosto 1907.
L’iscrizione riporta anche il fatto che servì nel 9o Lancieri tra il 1857 e il 1859, durante la rivolta in India, ricevendone una decorazione al valore.Inoltre fu giudice di pace della Contea del Dorset per 30 anni.
Nell’iscrizione non risultano indicati figli piangenti e moglie dolorante sulla tomba. All’epoca era invece usuale indicarli nelle epigrafi tombali. La mano ignota che cura il sito internet ha anche, cortesemente, aggiunto che la famiglia Pretor è completamente estinta.
Ashton era il cognome di sua madre. Il padre banchiere aveva ereditato Sherborne House, oggi trasformata in museo dopo essere stata per decenni un collegio femminile, dal conte Digby di cui era parente. In quella casa, tra 1850 e 1860, furono spesso ospiti i celeberrimi scrittori William M. Thackeray (1811-1863) e Charles Dickens (1812-1870).
La famiglia dei ricchissimi nobili Digby esiste ancora oggi (negli anni ‘60, la contessa era data per amante di Gianni Agnelli) e abita nel castello di famiglia a Sherborne, aperto al pubblico dal 1969.
Tale reggia, in stile Tudor, è edificata dove esisteva il castello di Sir Walter Raleigh, celebre amante di Elisabetta I, confinato lì in esilio dorato.
In seguito m’accorsi anche d’avere una foto meravigliosa con caccia alla volpe, intorno al 1910, scattata davanti a Sherborne Castle. Altra storia assurda.
Ma le vicende di questo castello e di altri personaggi storici che abitavano nella cittadina di Sherborne sono diventati un mio tormentone personale del tutto involontario. Non so dirvi il perché.
Che ci debba andare per scoprirlo? Già mi ci vedo, in pieno countryside, un po’ Miss Marple e un po’ ispettore Barnaby, a inseguire fantasmi di ex giovanotti rigorosamente in crinolina.