Nel 1935 Christopher Isherwood e Stephen Spender, in fuga dalla Germania hitleriana, si trasferiscono in Portogallo, in compagnia dei rispettivi fidanzati, Heinz Neddermayer, che Isherwood ha conosciuto in Germania nel 1931 e da allora ha sempre portato con sé, e Tony Hyndman, compagno di Spender dal 1933. Sempre alla ricerca di un paese libero e determinati a vivere lontani dall’Inghilterra, dove l’omosessualità è un reato, i due scrittori pensano di stabilirsi a Sintra, a pochi chilometri da Lisbona, dove dovrebbero arrivare altri amici, tra cui Brian Howard e Wystan Hugh Auden.
In attesa di realizzare il sogno di acquistare una casa grande dove vivere tutti insieme, ne affittano una e qui dal dicembre 1935 al febbraio del 1936 tengono un diario in comune che ora, curato dal figlio di Spender e integrato da materiali epistolari e scritti privati legati a questo periodo, viene pubblicato in anteprima mondiale in Italia (Auden-Isherwood- Spender, Il diario di Sintra, a cura di Matthew Spender, traduzione di Luca Scarlini, Barbès Editore, Firenze 2012, pp. 270, euro 16,00).
Il luogo, che Byron aveva definito un “Eden glorioso”, è molto bello e la città con i suoi muri sovrastanti che “germogliano di alberi felciformi e piante subtropicali, come un enorme giardino di rocce”, i suoi palazzi dall’architettura bizzarra ed eclettica, sembra il posto ideale per realizzare la fantasia di una eccentrica comunità di scrittori in fuga dalle rigide convenzioni del loro paese.
Il diario in comune è un po’ un gioco dai toni leggeri e scanzonati e colpisce l’inedita esuberanza giovanile che percorre queste pagine. Da non dimenticare infatti che si tratta di scrittori molto giovani anche se già autori di un certo successo: Isherwood, il più grande, ha solo 31 anni e ha già pubblicato importanti romanzi tra cui Mr. Norris se ne va. Auden di anni ne ha 29 anni e ha già dato alle stampe la sua prima raccolta di poesie e nel 1932 The Orators. E anche Spender, il più giovane (ha solo 26 anni), è già noto per le sue poesie e i suoi racconti.
Nel diario si racconta, con freschezza e immediatezza (non sono permesse correzioni), la vita quotidiana fatta di lavoro, di progetti letterari, di escursioni al casinò di Estoril, dove tutti perdono un po’ di soldi, di gite a Lisbona o a Setubal, della stravagante comunità inglese di Sintra, del carattere dei portoghesi, ma anche del cane Teddy, di allevamento di polli e di conigli, a cui si dedica in particolare il giovane Heinz. Oltre a Christopher e Stephen, vi scrivono a volte anche Tony Hyndman (ma non Heinz, che conosce poco l’inglese) e Humphrey Spender, fratello di Stephen in visita a Sintra. È minimo invece l’apporto di Auden che arriva a Sintra quando l’entusiasmo dei primi giorni è ormai svanito.
La vita in comune è descritta un po’ come un divertimento, il tono è sempre leggero, ma ad una lettura attenta si capisce che sotto un velo di buone maniere cominciano ad affiorare presto dissapori e risentimenti. Isherwood e Spender cercano di non prendere sul serio i litigi e le incomprensioni tra i loro rispettivi ragazzi per non rovinare l’amicizia, ma entrambi si rendono presto conto che la fantasia di una comunità dove vivere tutti insieme non è praticabile.
L’omosessualità non è problematizzata, ma data per scontata, come è dato per scontato che è opportuno non esibirla. Il fatto che i quattro costituiscano due coppie, sembra non essere un problema almeno nella comunità che loro frequentano e Isherwood può scrivere alla madre: “Si è sparsa la voce che siamo proprio del bravi ragazzi e questa è una rarità in una colonia di signore”. A dire il vero però non manca qualche momento imbarazzante, come quando una signora curiosa, e forse con un po’ di malizia, chiede a Heinz di cosa si occupa, ma il giovane tedesco, che in realtà è mantenuto da Isherwood, riesce, “con un sorriso affascinante”, a deviare il discorso sulle condizioni atmosferiche che forse cambieranno. Il fidanzato di Spender è più audace e a Lisbona, a un uomo seduto accanto a lui in un luogo affollato, che gli parla delle belle ragazze che incontrerà in Portogallo, risponde irritato che le donne non lo interessano.
La situazione di Heinz è comunque molto problematica: quando arriva la madre di Isherwood a Sintra, lo scrittore annota in un suo diario privato che la signora è gentile con Heinz, ma in realtà lo tratta “ come un domestico”. D’altronde lo stesso Isherwood, almeno secondo l’opinione dei fratelli Spender, “non fa sforzi di farlo entrare nella conversazione, ma lo tratta come un cagnone amato, che deve stare vicino al fuoco e non creare problemi”. C’è poi la preoccupazione dei documenti del giovane e aleggia lo spettro del consolato tedesco che potrebbe costringere il ragazzo a tornare in Germania per il servizio militare, cosa che di fatto accadrà.
Intanto la situazione precipita, la Spagna è sull’orlo della guerra civile e Isherwood, forse il più consapevole dell’orrore che sta per abbattersi sull’Europa, pensa, come il Candido di Voltaire, che in certe situazioni la cosa migliore è ritirarsi a “coltivare il proprio giardino”. E così nel marzo del 1936 scrive alla madre: “Non serve agitarsi troppo. In questi giorni i poteri dell’inferno sono in ascesa, possiamo solo aspettare tempi migliori e nel frattempo imparare qualcosa di utile, come la pollicultura”. Nemmeno questo però sarà possibile. Heinz sarà costretto a tornare in Germania per diventare un soldato dell’esercito tedesco e Isherwood si trasferirà negli Stati Uniti, dove andrà anche Auden, ma se quest’ultimo tornerà spesso nel suo paese, la ferma decisione di Isherwood di non mettere più piede in Inghilterra, più volte ribadita anche nelle pagine di questo libro, sarà irrevocabile.