Il fumetto italiano è pieno di adolescenti con poteri magici coi quali salvano il mondo. Vivono mirabolanti avventure ma, ahimè, sono sempre asessuati, specie se hanno la sventura di essere gay o lesbiche. Il paradosso è che nei racconti a fumetti rivolti ai ragazzi, i ragazzi stessi sono rappresentati in modo assolutamente edulcorato e astratto, anche quando i fumetti hanno pretese “realistiche”; si finge di non vedere che gli adolescenti omosessuali s’innamorano, soffrono per amore e fanno sesso come e quanto i coetanei etero. Rispetto a questi ultimi, però, i giovani omosessuali devono anche imparare presto a sopravvivere al bullismo omofobo di cui spesso sono vittime, registrato sempre più di frequente dalle cronache dei giornali: è dura essere gay a sedici anni, oggi, in una qualsiasi scuola del belpaese, senza modelli positivi ai quali guardare.
Un contributo all’educazione sentimentale dei ragazzi gay del nostro paese lo dà da anni la casa editrice romana Playground con la sua collana di narrativa ambientata nelle scuole, “High School – Storie gay dai licei americani (e del mondo)”. Non ti avevo nemmeno notato (pp. 102, b/n, 12 euro) è il primo romanzo a fumetti di questa collana ed è realizzato da Sandro Campani e Daniele Coppi, rispettivamente sceneggiatore e disegnatore del libro. L’iniziativa nasce all’interno della casa editrice, che ha riunito per l’occasione uno scrittore già messo alla prova con un racconto e un romanzo di narrativa della stessa etichetta, e un disegnatore quasi esordiente.
“L’adolescenza è un pozzo nel quale si ha sempre molto da attingere, perché le emozioni di quella fase della vita arrivano con una forza e una limpidezza che raramente si ritrovano dopo, se non come eco lontana di quel che si è vissuto allora”, spiega Campani. “Per Non ti avevo nemmeno notato, l’ambientazione scolastica era perfetta: ci interessava il momento in cui si scopre di essere gay, gli sconquassi che provoca dentro. La scuola costituisce un gruppo di persone di cui sei costretto a sentirti parte, oppure ne vieni irrimediabilmente escluso se sei ‘diverso’: questo può segnarti per sempre. Una frase ricorrente, quando ci si riconosce tra gay, è: ‘Tu come l’hai scoperto?’. Anche Fabio e Marco, i protagonisti della storia, se lo chiedono. Per Fabio la scoperta avviene in modo apparentemente più traumatico, mentre Marco accetta la sua omosessualità con più noncuranza e spavalderia”.
Il fumetto prende avvio in un liceo scientifico romano dei nostri giorni, quando il diciottenne Marco scopre una scritta minacciosa nei bagni della scuola: “Il 5% della popolazione mondiale è gay, perciò in questa scuola ce ne sono almeno 27 e io ne conosco uno!”. Il caso vuole che proprio lui e Fabio vengano sorteggiati per ripulire quella scritta, scoprendo poco a poco di avere in comune più cose di quanto pensassero. Insieme fronteggeranno il tentativo di ricatto di qualcuno che ha scoperto il “segreto” di Fabio e la delusione di Marco quando viene respinto dal supplente per il quale ha preso una cotta.
Al contrario di Campani, per il disegnatore Daniele Coppi le tematiche glbt sono una novità: “Volevo fare qualcosa di diverso dai tanti graphic novel (romanzi a fumetti, ndr) a tema gay che si trovano in libreria. Dopo aver letto centinaia di fumetti ambientati nelle scuole americane e giapponesi, perché non proporre ai lettori un’ambientazione italiana?
Marco e Fabio racchiudono entrambi una parte di me, anche se penso che tanti ragazzi non avranno difficoltà a riconoscersi in loro. L’adolescenza è un mondo che agli occhi degli adulti sembra facile e spensierato, invece non è per nulla una passeggiata, specialmente quando si è consapevoli che non sarà così facile essere accettati se si è gay”.
Tra i vari motivi d’interesse, il romanzo sfoggia dei dialoghi scritti in romanesco. Perché questa scelta? “Mi è sembrato giusto adattare fino in fondo la poetica della collana High School all’ambiente romano”, ci spiega Campani. “La mia non è la Roma dei quartieri barocchi o dei Parioli, nemmeno la Roma borgatara di Pasolini, ma un ambiente di mezzo, interni familiari di una piccola borghesia che affronta la vita tutti i giorni con dignità. Sono romani il colore, il gergo, i modi di fare. Per questo mi sono fatto aiutare da alcuni amici, ragazzi che vanno a scuola, che mi hanno edotto sull’uso di certe espressioni. Se la storia fosse a colori, il cielo di Roma sarebbe stato inconfondibile già dalla prima vignetta”.
Daniele Coppi, sardo di origini, ha vissuto cinque anni nella capitale ma per disegnare questo fumetto ha scelto di tornare nella sua Cagliari: “Sentivo la necessità di lavorare in tutta tranquillità, anche se temevo che la distanza fosse un problema; in realtà abbiamo lavorato benissimo via web e chat”.
Al contrario di Marco e Fabio, durante gli anni del liceo i due autori del fumetto non hanno mai subito direttamente episodi di bullismo. Campani, classe 1974, ricorda “amici gay più grandi di me che mi hanno raccontato situazioni molto brutte, a cui personalmente non ho mai assistito. Forse a quell’età ero distratto, o troppo ingenuo per capire. Ero in gruppo con ragazzi che non mettevano già più in discussione la scelta sessuale e avrebbero considerato atti del genere come pura stupidità. Forse, trovo più subdolo il mondo del lavoro, oppure solo ora faccio caso a queste cose”. Anche Coppi, di qualche anno più giovane (è del 1981), ammette di essere stato fortunato: “Nella mia scuola c’era una discreta tolleranza. Non sono mai stato protagonista di episodi di bullismo, però mi sono trovato più volte a dover difendere qualche compagno vittima di prepotenze”.
Rispetto alla maggior parte dei fumetti rivolti ai giovani, Non ti avevo nemmeno notato si permette di mostrare qualche scena velatamente erotica in più, e questo lo avvicina molto al mare magnum dei manga giapponesi per ragazzi, ai quali questo libro si ispira anche nel tratto del disegno di Coppi. Il quale precisa: “Da Playground non abbiamo avuto nessun tipo di limitazione per come trattare le scene di sesso. Forse il confine l’abbiamo stabilito noi, anche se tutto è venuto molto naturalmente. Io preferisco seguire una linea più romantica che erotica, perché credo che questo sia il veicolo migliore per sensibilizzare i ragazzi all’amore omosessuale.
A proposito dell’influenza dei manga nel nostro lavoro, invece, dico solo: trovatemi un gay che non guardasse Sailor Moon! Io ho seguito un percorso artistico personale, ma ora prediligo altre fonti d’ispirazione lontane dai comics: cinema, fotografia e musica. Per disegnare questo libro, ad esempio, sono stato suggestionato da un film tedesco, Sommersturm di Marco Kreuzpaintner”.
Anche per quel che compete il suo ruolo di sceneggiatore, Campani non nega di aver subito il fascino di molti autori di manga, come Mitsuru Adachi, Shinichi Hiromoto e Naoki Urasawa. “I loro adolescenti sono così veri, così ben caratterizzati! Ho cercato di lavorare con lo stesso spirito. Per quanto riguarda l’adolescenza al cinema, il mio modello sarà sempre Gus Van Sant e il suo sguardo unico sui particolari di quell’età”.
La scommessa di questo romanzo a fumetti è quella di non avere pretese “alte”, caratteristica che preclude a molti fumetti gay di allargare il proprio bacino di lettori. “Io penso proprio che questa storia troverà lettori anche e soprattutto fuori dal pubblico gay”, dice Campani, “perché merita di essere letta e perché altrimenti sarebbe davvero riduttivo: l’autoreferenzialità è sempre un handicap. Una storia che, già in partenza, abbia bisogno del sostegno di un gruppo ristretto di lettori e che solo in questi si possa riconoscere per esistere, è una storia che difficilmente camminerà con le sue gambe. Il nostro fumetto uscirà nelle librerie ed è a tutti gli effetti un graphic novel, ma il segno di Daniele è sintetico e dinamico, direi “popolare”, privo di sovrastrutture autoriali che il più delle volte distolgono il lettore dalla mancanza di idee”.
Coppi, dal canto suo, è fiducioso e crede che più si va avanti e più il fumetto gay conquisterà un numero sempre maggiore di lettori non omosessuali, perché: “Il fumetto, se riesce a parlare di sentimenti universali in modo autentico, non può avere limitazioni di pubblico. E lo dico nonostante alcuni editori ai quali mi sono proposto abbiano spesso rifiutato soggetti con tematiche glbt. Adesso le cose stanno fortunatamente cambiando, ci sono molti più editori disposti a pubblicare fumetti belli e coraggiosi”. L’ottimismo di Coppi si allarga alla situazione politica e sociale italiana al cospetto dei suoi cittadini omosessuali: “Mi piace pensare che in futuro i gay italiani usciranno dal torpore e si occuperanno della cosa pubblica molto più di quanto non facciano adesso: essere gay dichiarati nel nostro paese è ancora pericoloso, specie in politica e in certi ambienti lavorativi. Spero anche che si smetta di rappresentarci come le squallide macchiette televisive a cui ci vogliono abituare. Il nostro fumetto può dare certamente una mano per far evolvere l’immagine dei gay italiani”.
Progetti in cantiere? Per Campani “in campo gay, per ora non c’è nulla”, mentre Coppi, sui nuovi fumetti glbt ai quali sta lavorando, mantiene stretto riserbo: “Mi piace l’effetto sorpresa!”.